In questi mesi, ha aggiunto, ”abbiamo raggiunto traguardi decisivi, di cui siamo particolarmente orgogliosi: è entrato in vigore il nuovo Pnrr, comprensivo della settima missione REPowerEU; abbiamo ricevuto il pagamento sia della terza rata da 18,5 miliardi che della quarta rata da 16,5 miliardi di euro (l'Italia ha ad oggi ricevuto 102,5 miliardi di euro, rispetto ai 194,4 stanziati dall'Unione europea); e siamo in dirittura d'arrivo per il raggiungimento dei 52 obiettivi della quinta rata, pari a 10,6 miliardi di euro. Oggi entriamo nella Fase 2, la più importante, quella della concreta attuazione delle riforme e della messa a terra di tutti gli investimenti strategici. Fase 2, nella quale è fondamentale rendere più efficace il monitoraggio su base territoriale degli interventi del Pnrr, favorire le sinergie tra le diverse amministrazioni e i soggetti attuatori operanti nello stesso territorio”. Sottolinea Meloni: ”Mettere a terra il Pnrr è una sfida per l'Italia nel suo complesso, che possiamo vincere solo se tutti coloro che sono coinvolti nell'attuazione del Piano sentano sulle proprie spalle questa responsabilità. Anche per questo, il decreto prevede che alle Cabine di coordinamento nelle Prefetture possano essere chiamati a partecipare anche i rappresentanti delle organizzazioni sindacali e delle associazioni imprenditoriali maggiormente rappresentative. Il confronto continuo con i territori, tra tutti i soggetti coinvolti, ci consentirà anche di accelerare i pagamenti e di standardizzare e diffondere le buone pratiche amministrative su tutto il territorio nazionale”.
Un messaggio rivolto anche ai sindaci, sul piede di guerra per ”il taglio da 200 milioni che fa parte della legge di bilancio ed è un taglio progressivo”, come osserva il presidente dell’Anci Decaro. che aggiunge: ”Pensavamo che la stagione dei tagli fosse ormai terminata dopo la restituzione finalmente dei 540 milioni di euro che c'erano stati tagliati nel passato”. Ma ”è il criterio dei tagli ad essere incongruente. Si taglia di più in quei Comuni che hanno fatto più investimenti per il Pnrr. Gli investimenti per il Pnrr sono investimenti per realizzare opere pubbliche, all'interno di quelle opere pubbliche ci saranno dei servizi. Se riduciamo la spesa corrente dove aumentano i servizi, creiamo dei problemi e bilanci di quei Comuni”. Infatti, ragiona Decaro, ”se devo realizzare un asilo nido con il Pnrr o devo costruire un giardino, un parco, avrò poi bisogno delle risorse per poter finanziare la gestione dell'asilo nido o la manutenzione del parco. Se tagliamo di più a chi ha fatto i più investimenti ovviamente creiamo dei problemi sui bilanci di quei Comuni. Sappiamo che c'è il taglio, è già un problema enorme, ma se al taglio aggiungiamo un criterio di riparto del taglio che non è congruente con le spese dei Comuni il danno è doppio”.
Anche le opposizioni, a partire dalla segretaria dem Schlein, vanno all'attacco sui possibili tagli della spending review per i Comuni che hanno ottenuto più fondi dal Pnrr. Il Governo prova a dare rassicurazioni: la questione sarà approfondita dai ministeri competenti - l'Economia e l'Interno e sono pronte modifiche per evitare di penalizzare troppo gli enti locali.
Giampiero Guadagni