Il prossimo anno andranno centrati in tutto 102 obiettivi per assicurarsi seconda e terza rata dei fondi europei, in tutto 40 miliardi. Il Pnrr prevede nel 2022 l’approvazione di 66 riforme: 23 con atti legislativi e 43 con atti normativi secondari, concentrati per lo più nel secondo trimestre dell’anno. Entro il 30 giugno 2022 sono previste la riforma della carriera degli insegnanti e la delega sul codice appalti pubblici. Entro il 31 dicembre: un sistema di formazione di qualità per le scuole; un sistema di certificazione della parità di genere e meccanismi di incentivazione per le imprese; la legge annuale sulla concorrenza 2021. In totale quasi un terzo (154 su 520) degli obiettivi Pnrr sono riforme, tra cui 59 leggi.
Nel frattempo si è andata completando la governance del Pnrr. I segretari di Cgil Cisl e Uil - Landini, Sbarra e Bombardieri - hanno firmato un protocollo con il Presidente del Consiglio Mario Draghi. Prevede l’attivazione di ”tavoli nazionali di settore finalizzati e continui nei quali sia dato conto delle ricadute sociali, economiche e occupazionali degli investimenti”. Il protocollo parte dalla premessa che il Pnrr costituisce uno strumento fondamentale ”per ridisegnare un Paese diverso, più giusto ed equo, per ridurre le disuguaglianze, per creare nuova occupazione di qualità, in particolare giovanile e femminile, per ridurre i divari territoriali, per determinare i processi economici e sociali e per affrontare le trasformazioni della digitalizzazione e della riconversione green al fine di garantire uno sviluppo sostenibile”. Il protocollo stabilisce quindi che i ministeri coinvolti costituiscano tavoli nazionali, che vedrà partecipare il ministro competente per gli interventi (o un suo delegato), ma anche dai dirigenti di riferimento, dai rappresentanti della conferenza delle Regioni, dall'Upi, dall'Anci e anche dai rappresentati delle parti sociali più rappresentativi. Ciascun tavolo sarà convocato con regolarità. Sono poi previsti tavoli territoriali, composti dal presidenti della Regione o da un assessore delegato, con i dirigenti locali e un rappresentate per ciascuna parte sociale. Ci saranno tavoli anche a livello locale, con sindaco e assessori delegati.
La modalità di confronto dovrà fare in modo che le amministrazioni titolari degli interventi riferiscano con regolarità sull'attuazione, sulle riforme settoriali e sui progetti di investimento ma anche sulle ricadute economiche sociali sulle filiere produttive e industriali. Particolare attenzione sarà data al monitoraggio delle priorità trasversali, come l'occupazione giovanile e femminile o il Sud, ma anche sull'utilizzo dei fondi in sinergia, nonché alle politiche per assicurare processi di riconversione. In questo caso vengono citati i settori dell'automotive, delle energie rinnovabili, della siderurgia, dell'economia circolare, della digitalizzazione e dei sistemi di reti di telecomunicazioni, della pubblica amministrazione.
Soddisfatti i sindacati confederali. Per il leader della Cisl Sbarra si tratta di ”un risultato politicamente importante, generato dal confronto continuo, fortemente voluto dalla nostra Organizzazione, con il Governo che ha assicurato alle parti sociali un ruolo attivo e propositivo nella complessa fase dell’attuazione dei progetti, delle riforme e degli investimenti del Pnrr, non soltanto a livello centrale tramite i tavoli nazionali con le Amministrazioni titolari degli interventi, ma anche tramite i tavoli territoriali che consentiranno una governance del Piano il più possibile partecipata e capillarmente articolata”. Il Protocollo dunque ”valorizza la partecipazione delle forze sociali dando particolare attenzione alle ricadute economiche, sociali ed occupazionali del Piano, aspetti prioritari per la Cisl ai fini di un’attuazione efficace e corretta del Pnrr”.
Giampiero Guadagni