Giovedì 21 novembre 2024, ore 22:12

Economia 

Pnrr, Fitto ottimista. Ma la Ue incalza  

Il Governo italiano va avanti con la revisione del Pnrr. Il Ministro responsabile del dossier, Raffaele Fitto, assicura che il nuovo quadro si avrà in due-tre mesi. Ma dalla Ue arriva un nuovo invito a fare in fretta e a concentrarsi sull’attuazione del piano; e non impegnarsi troppo in una revisione completa di un documento che, viene sottolineato, ”è stato redatto, negoziato, formalmente discusso e concordato. Più ci si distrae dall'attenzione all'implementazione, maggiore è il rischio di perdere fondi”. La questione dei tempi torna quindi al centro del dibattito.
Nell’audizione nelle Commissioni bilancio e politiche europee di Camera e Senato sulla relazione sullo stato di attuazione del Pnrr Fitto ha ribadito: ”Stiamo lavorando ora non solo alla modifica degli obiettivi della quarta rata, ma ad una revisione complessiva degli obiettivi al giugno 2026. Questo ci consentirà di evitare di trovarci nella situazione di prendere atto tardi dell'impossibilità di raggiungere obiettivi fissati in un periodo precedente”. Quanto alla terza rata ”si sta definendo in questi giorni un lavoro articolato con la Commissione europea. Il Parlamento sarà informato sul merito delle questioni”. Con la terza rata, osserva il Ministro, ”è iniziata una fase diversa del Pnrr. Prima si inviavano alla Commissioni documenti e riforme, ora sono previste verifiche fisiche sui progetti con un'analisi attenta”.
Insomma, ”non c’è solamente una corsa contro il tempo per spendere le risorse; c'è un tema collegato alla qualità della spesa”. Concetto che Fitto ha ribadito nella due giorni di incontri per fare il punto con associazioni datoriali e sindacati sulle modifiche al piano.
La Cisl dà una valutazione positiva della riunione. Sottolinea il segretario confederale Ganga: ”Abbiamo segnalato gli elementi, a nostro giudizio, di maggiore criticità e attenzione, a partire dall'aumento dei prezzi delle materie prime, che ha causato un’impennata media del 10% dei costi degli appalti”. E poi ”gli squilibri del mercato del lavoro, a partire dal mismatch tra domanda e offerta di competenze e la conseguente difficoltà di reperimento di figure professionali qualificate nei servizi sanitari e sociali, nei settori legati a innovazione tecnologica e transizione digitale e nel settore delle costruzioni”. Per la Cisl ”è fondamentale che il personale assunto a tempo determinato per l'attuazione del Pnrr, a livello centrale e a livello territoriale, abbia la prospettiva di una stabilizzazione professionale e sia destinatario di specifici programmi di formazione e di aggiornamento professionale”. La Cisl ha inoltre espresso preoccupazioni in merito ai ritardi riguardanti i progetti chiave (dagli appalti per gli asili nido alle misure sugli assetti idrogeologici del territorio) - aggiunge - nonché in merito ai ritardi sulla erogazione della terza rata di finanziamenti da 19 mld scaduta a dicembre 2022 e sulla quarta rata da 16 mld scaduta a giugno 2023”. A fronte della complessità degli impegni, conclude Ganga ”abbiamo apprezzato la disponibilità del ministro Fitto a proseguire sulla via dell'interlocuzione e del confronto con le parti sociali in vista della scadenza del 31 agosto prevista per la rimodulazione del piano”.
A proposito dei dati del rapporto Svimez, dai quali emerge che nel 2021/22 il Sud cresce del 10,7%, quasi come il Centro-Nord e più del Nord-Ovest - Ganga osserva che questi numeri ”confermano le potenzialità del Mezzogiorno a cui deve essere data concretezza e stabilità attraverso le misure messe a disposizione dall'armamentario nazionale e comunitario, perché mancano ancora all'appello, rispetto al 2008, circa 300.000 posti di lavoro”. Preoccupante, invece, ”è il dato sulla perdita di circa 300.000 laureati meridionali a causa della cosiddetta fuga dei cervelli”. Fondamentale è ”garantire la quota Mezzogiorno del 40%”.
Giampiero Guadagni

( 19 luglio 2023 )

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