Venerdì 22 novembre 2024, ore 9:06

Il dopo voto 

Pnrr, Draghi mette le carte in tavola 

Il Governo uscente è alle prese fino all’ultimo sui dossier economici aperti. Draghi riunisce a Palazzo Chigi tutti i ministri e i capidelegazione delle forze politiche dell’attuale maggioranza per fare il punto sullo stato di attuazione del Pnrr. La relazione conseguente sarà trasmessa alle Camere. Draghi ribadisce così che il Pnrr ”non è il Piano di un Governo ma di tutta l’Italia e ha bisogno dell’impegno di tutti per garantirne la riuscita nei tempi e con gli obiettivi previsti”. Perché ”il Pnr rappresenta una straordinaria opportunità per sostenere l’economia in un momento di rallentamento; per rilanciare il Paese dopo due decenni di crescita lenta e diseguale; per dimostrare ai cittadini e ai nostri partner europei che l'Italia sa investire bene e con onestà”.
Occorre realizzare nei prossimi due mesi oltre il 50% dei target in scadenza a fine anno. Se questa tabella di marcia sarà rispettata, nei mesi di novembre e dicembre dovranno essere centrati i restanti 26 traguardi in scadenza: i 55 complessivi saranno poi verificati con la Commissione europea. In ballo c'è la terza tranche (la seconda ha incassato il via libera informale la scorsa settimana) da 21,8 miliardi. In questo contesto il successore di Draghi dovrà completare l'attuazione della legge sulla concorrenza (con il nodo dei balneari), che è uno degli obiettivi del Pnrr per fine 2022.
Tra i temi caldi di questa per ora ordinata transizione c’è la prossima manovra, compito del prossimo Esecutivo. La legge di bilancio dovrà essere approvata entro fine anno, con presentazione alle Camere prevista però entro il 20 ottobre.
Nei giorni scorsi quello uscente ha dato il via libera alla Nadef, solo per la parte tendenziale. Da Cgil Cisl e Uil arriva Una osservazione critica sul capitolo fisco. ”Non comprendiamo - scrivono la segretaria generale aggiunta Fracassi e i segretari confederali Romani e Proietti - per quali ragioni la Relazione sull'economia sommersa e l’evasione fiscale e contributiva e il relativo Rapporto sui risultati conseguiti in materia di contrasto all’evasione non compaiono tra gli allegati della Nota di aggiornamento al Def. Riteniamo importante che il Mef provveda al più presto alla pubblicazione di questi rilevanti documenti come sempre fatto in passato”. Per i tre dirigenti sindacali ”la Relazione è un lavoro di grande interesse: strumento di trasparenza e di responsabilità, indicatore di efficacia delle norme che, nel tempo, hanno provato a porre un rimedio alla grave anomalia del sistema tributario del nostro Paese, costituita da un livello di evasione fiscale non paragonabile a quello di nessun altro Paese sviluppato”. Le norme a cui ci riferiamo - sottolineano Fracassi, Romani, Proietti - dallo split payment alla fatturazione elettronica, all'incrocio delle banche dati e allo sviluppo dei pagamenti tracciati, sono il frutto di anni di richieste da parte di Cgil, Cisl, Uil. Non è un caso che i dati pubblicati lo scorso anno abbiano attestato, per la prima volta, che il mancato gettito sia stato inferiore ai 100 miliardi di euro”.
Di pensioni si dovrà invece occupare il nuovo Esecutivo. Sul tema, in una intervista televisiva, interviene il leader della Cisl Sbarra: ”Dobbiamo costruire un’intesa entro dicembre perché scade Quota 102 e, dal primo gennaio si presenta uno scalone di 5 anni. Noi abbiamo presentato da mesi una proposta molto articolata e chiediamo un tavolo politico”.
Per Sbarra ”è importante che la leader di FdI abbia riconosciuto il valore del dialogo sociale”. C’è bisogno di coesione in Italia e anche in Europa: ”Dobbiamo ritornare allo spirito che ha orientato l'Ue durante i primi mesi della pandemia, deliberare urgentemente un tetto massimo al prezzo del gas, un nuovo Recovery energia, alzare la tassazione comune sui profitti delle multinazionali e rifinanziare il fondo Sure. E se dovesse servire bisogna ragionare su un nuovo scostamento di bilancio, la Germania ha deliberato 200 miliardi contro il caro bollette. Oggi l'imperativo che abbiamo davanti a noi è intervenire con provvedimenti d'urgenza per sostenere imprese e posti di lavoro. Quello che non investiamo oggi lo pagheremo caro nei prossimi mesi e nei prossimi anni in termini di costi sociali".
Giampiero Guadagni

( 5 ottobre 2022 )

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