”Dopo la forte riduzione registrata nel primo trimestre (-5,4%) - sottolinea l’Istituto di statistica - l'economia italiana nel secondo trimestre 2020 ha subito una contrazione senza precedenti (-12,4%) per il pieno dispiegarsi degli effetti economici dell'emergenza sanitaria e delle misure di contenimento adottate”. Con il risultato del secondo trimestre il Pil fa ”registrare il valore più basso dal primo trimestre 1995, periodo di inizio dell'attuale serie storica”. Si tratta, dunque, di un minimo storico.
Il calo, sottolinea ancora l’Istat, ”è la sintesi di una diminuzione del valore aggiunto in tutti i comparti produttivi, dall'agricoltura, silvicoltura e pesca, all'industria, al complesso dei servizi”. Dal lato della domanda, vi è un contributo negativo sia della componente nazionale (al lordo delle scorte), sia della componente estera netta.
La caduta del Pil, spiega l’Istituto, ”si colloca all'interno di un contesto internazionale dove le principali economie registrano riduzioni di analoga portata a causa del diffondersi della pandemia”.
Il dati sul tracollo del Pil rendono evidente l’importanza degli interventi messi in campo a sostegno dei lavoratori e la necessità di prolungarne il possibile utilizzo. La stessa ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo, sottolinea come ”con le misure in atto, soprattutto la cig” sia stato evitato ”che la disoccupazione salisse” a livelli ben maggiori da quelli evidenziati dall'Istat. A giugno, secondo l’Istituto, il tasso di disoccupazione è risalito all’8,8%, in aumento di 0,6 punti rispetto a maggio.
I settori dove i lavoratori sono stati più a rischio, secondo Catalfo, ” sono quelli stagionali (turismo, ferie, congressi)”. Per questi lavoratori il Governo propone ”di rinnovare gli indennizzi nel prossimo decreto”.
Dall’Istat arrivano dati negativi anche sul fronte dei prezzi. L’indice nazionale dei prezzi al consumo cala dello 0,1% su base mensile e dello 0,3% su base annua. Il calo dipende per lo più dagli andamenti dei prezzi dei beni energetici (-9,7%).
I dati dell'Istat confermano tutte le preoccupazione espresse dalla Cisl in queste settimane sulla grave situazione economica e sociale del paese a causa delle conseguenze del Covid 19”. Il crollo record del Pil registrato dall'Istat, il più alto dal 1995, secondo Via Po ”significa che siamo un Paese più povero, con più disoccupati e con un aumento delle diseguaglianze sociali e del divario tra nord e sud. Se da un lato è giusto intervenire con la proroga degli ammortizzatori sociali ed il blocco dei licenziamenti, dall'altro lato dobbiamo subito mettere in campo una politica di interventi straordinari e condivisi socialmente per fermare la contrazione di tutti i comparti della nostra economia, attraverso una stagione di riforme strutturali, a cominciare da quella fiscale, proprio come avvenne negli anni novanta con la politica di concertazione. Questa è la richiesta che ha sollecitato il sindacato unitariamente nella sua recente iniziativa di piazza Santi Apostoli e lo farà anche il 18 settembre in una nuova iniziativa nazionale. Il Presidente del Consiglio Conte apra subito un confronto con il sindacato per selezionare le priorità per la crescita del paese, su cui bisognerà convogliare le ingenti risorse che l'Europa, finalmente solidale, ci ha assegnato. Serve una svolta vera e concreta. Ogni ritardo nelle scelte rischia solo di peggiorare in maniera irreversibile il quadro economico e le condizioni delle persone, soprattutto di quelle più deboli ed emarginate della società italiana”.