Sempre l’Istat fa sapere che gli occupati in Italia a dicembre sono cresciuti di 37 mila unità su novembre e di 334 mila unità su dicembre 2021. Il tasso di occupazione tra i 15 e i 64 anni sale al 60,5%, il livello più alto dal 2004, data di inizio delle serie storiche. Il tasso di disoccupazione totale è stabile al 7,8%, quello giovanile cala al 22,1%. Il tasso di inattività scende al 34,3% (-0,1 punti).
Gli over 50 occupati a dicembre 2022 erano 9 milioni 153 mila con un aumento di 13 mila unità su novembre e di 309 mila unità su dicembre 2021. Dal 2004 c’è stato un aumento consistente della fascia più anziana dei lavoratori passati da 4 milioni 894 mila di dicembre 2004 a 9 milioni 153 mila di dicembre 2021. Con l’invecchiamento della popolazione e la stretta sull'accesso alla pensione gli over 50 al lavoro sono aumentati di oltre 4,2 milioni di unità in 18 anni con una crescita che si è fatta più sostenuta negli ultimi 10. A fine 2012, a un anno dall'introduzione della riforma Fornero, gli over 50 al lavoro erano 6 milioni 409 mila, circa 2,7 milioni in meno di quelli di dicembre 2022. Da dicembre 2004 a dicembre 2022 si è invece ridotto in modo consistente il numero degli occupati tra i 25 e i 34 anni passati da 5 milioni 903 mila a 4 milioni 105 mila. Il dato è legato prevalentemente alla demografia mentre il tasso di occupazione in questa fascia di età è sceso dal 69,5% di dicembre 2004 al 66,8% di dicembre 2022 e quello di disoccupazione salito dal 10,2% all'11,2%.
Nel 2022, l'intensa stagione contrattuale ha portato al recepimento di 33 contratti collettivi e la crescita delle retribuzioni contrattuali è stata, nella media dell'anno, pari a +1,1%. Il divario tra la dinamica dei prezzi - misurata dall'Ipca - e quella delle retribuzioni contrattuali è salito a 7,6 punti percentuali, raggiungendo il valore più elevato dal 2001.
L'indice mensile delle retribuzioni contrattuali a dicembre 2022 registra un aumento dello 0,1% rispetto a novembre e dell' 1,5% rispetto a dicembre 2021; in particolare, l'aumento tendenziale ha raggiunto l'1,5% per i dipendenti dell'industria, lo 0,6% per quelli dei servizi privati e il 2,8% per la pubblica amministrazione.
Alla fine di dicembre 2022, sottolinea l'Istat, i 47 contratti collettivi nazionali in vigore per la parte economica riguardano il 50,4% dei dipendenti - circa 6,2 milioni - e corrispondono al 51,2% del monte retributivo complessivo. I contratti in attesa di rinnovo a fine dicembre 2022 scendono a 26 e coinvolgono circa 6,1 milioni di dipendenti, il 49,6%. Il tempo medio di attesa di rinnovo è sceso dai 28,2 mesi di gennaio 2022 ai 24,8 mesi di dicembre 2022. Nel corso del quarto trimestre 2022 sono stati recepiti 3 contratti nel settore privato (lapidei, gas e acqua aziende private e municipalizzate e assicurazioni), mentre nel settore pubblico contratti per il comparto della Presidenza del Consiglio dei Ministri (triennio 2016-2018), Regioni e autonomie locali, Servizio Sanitario Nazionale e comparto Scuola, Istruzione e Ricerca (tutti e tre relativi al triennio 2019-2021). Nello stesso periodo nessun contratto è scaduto.
Giampiero Guadagni