Venerdì 22 novembre 2024, ore 4:05

Audizione 

Partecipazione al lavoro, via maestra per elevare i salari 

La partecipazione ”è la via maestra per elevare salari, radicare investimenti e occupazione, rilanciare formazione e competenze esercitare controllo su salute e sicurezza, sviluppare la crescita reale e arginare la finanziarizzazione dell'economia, aumentare quelle buone flessibilità che rendano più resiliente e competitivo il tessuto produttivo. Lo ha sottolineato il segretario generale della Cisl Sbarra, in occasione dell'audizione dei sindacati alle commissioni riunite Lavoro e Finanze della Camera sulle proposte di legge sulla partecipazione dei lavoratori al capitale, alla gestione e ai risultati dell'impresa, tra cui il progetto di iniziativa popolare presentato dalla Cisl con il sostegno di quasi 400 mila firme. Sbarra richiama l’attuazione dell'articolo 46 della Costituzione e lancia una proposta. ”Oggi si apre davvero un percorso fondamentale per il Paese. Un’opportunità che dobbiamo cogliere uniti. In questi mesi abbiamo registrato tanta adesione sia dai partiti di maggioranza che di opposizione. Noi pensiamo che le condizioni siano ideali per dare finalmente alla comunità nazionale un progetto comune, bipartisan, che faccia evolvere le relazioni industriali italiane nel solco della democrazia economica. Per questo - prosegue il leader della Cisl - ci appelliamo a tutte le forze riformiste, sociali e politiche, e ci auguriamo che le tante e positive proposte qui esaminate possano confluire in un testo unificato che integri spirito e contenuti della nostra proposta di legge”. Sbarra sottolinea che ”mai in settant’anni è stata approvata una legge attuativa dell'articolo 46 della Carta Costituzionale, proprio quello che intendiamo fare con la nostra proposta" sulla partecipazione”. In questa direzione operano anche gli altri disegni di legge in discussione, tutti interessanti, anche se la proposta della Cisl è subito operativa. Tra i punti, Sbarra evidenzia il metodo adottato, quello promozionale. ”Nessuna norma obbligatoria (eccetto che per le società pubbliche, la cui proprietà è dei cittadini e quindi anche dei dipendenti), bensì azioni di sostegno normativo, fiscale e contributivo volte a incoraggiare l'adozione convinta delle forme partecipative per il tramite della contrattazione”. Altro elemento della proposta Cisl la ricomprensione di tutte le forme di partecipazione - gestionale, economico-finanziaria, organizzativa e consultiva - ”con un approccio pragmatico che prende in considerazione anche tante buone pratiche già sottoscritte nelle aziende”. Infine, la sostenibilità finanziaria. Osserva Sbarra: ”Parliamo di una misura poco costosa per il bilancio statale, che prevede incentivi volti a valorizzare chi decide di coinvolgere i lavoratori nelle decisioni”.

Nella stessa sede, la Cgil ha affermato che ”un’azione di sostegno alla contrattazione e alle relazioni industriali, anche per quanto attiene il tema della partecipazione, è in relazione diretta con la necessità di una legge sulla rappresentanza, rappresentatività delle organizzazioni sindacali e datoriali, e sulla democrazia sindacale, con il voto delle lavoratrici e dei lavoratori per l'approvazione dei contratti nazionali di lavoro, con efficacia erga omnes. È in questo quadro che occorre collocare la discussione su ipotesi d'intervento sulla partecipazione. Per la Cgil, dunque, ”una legge sulla partecipazione non può essere scissa da un intervento sinergico e coordinato sui fronti della rappresentanza e della validità generale dei contratti”.

Da parte sua la Uil ”è favorevole alla presenza dei rappresentanti dei lavoratori nei Consigli di sorveglianza, mentre non condivide la possibilità della partecipazione nei Consigli di amministrazione. È lo spirito volto alla co-decisione, al controllo, alla sorveglianza, al coinvolgimento informativo e comunicativo e consultivo, più che alla cogestione, che può portare ad un efficace modello di partecipazione”. Lo sottolinea la segretaria confederale Bocchi per la quale ”occorre rilanciare con forza il tema, non solo sotto il profilo organizzativo ma, soprattutto, in termini di governance”. E in contesto di imprese di piccole e medie dimensioni ”è indispensabile un rafforzamento della contrattazione collettiva, in particolare di secondo livello, con un impegno delle parti ad estenderla in tutto il territorio”. L’Ugl ricorda di essere sempre stata favorevole all’attuazione dell'art. 46 della Costituzione. Per il segretario generale Capone ”in linea di principio è importante il costante richiamo alla contrattazione collettiva, anche se diventa decisivo il sostegno alla stessa che può arrivare da atti del Governo. È utile l'indicazione di una soglia minima dimensionale e legata al fatturato, superata la quale, l'introduzione di forme di partecipazione diventa obbligatoria, fermo restante il ruolo della contrattazione collettiva”. Giampiero Guadagni

( 2 febbraio 2024 )

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