La proposta di legge di iniziativa popolare prevede come riferimenti normativi l'articolo 46 della Costituzione, la Carta sociale europea e tutto il quadro di regolazione comunitaria sul lavoro, sempre però avendo come base i contratti collettivi nazionali e aziendali. Nella presentazione della proposta di legge si citano almeno 40 esempi di gruppi grandi e medi - da Luxottica a Piaggio a Leroy Merlin per fare solo tre nomi - nei quali negli ultimi anni si sono consolidate esperienze le più diverse di partecipazione contrattata tra sindacati e imprenditori. Per la Cisl ora si tratta di estendere e generalizzare queste esperienze, di farle diventare la normalità delle relazioni sindacali, di spingere verso una partecipazione lavoratori-imprese sempre più efficace e caratterizzante, tale da rendere concreta una maggiore democrazia economica nel nostro Paese. Un processo che il sindacato ritiene si possa innescare appunto con la raccolta di 50mila firme su una legge di iniziativa popolare che, se fatta propria e approvata dal Parlamento, potrà fungere da cornice regolatoria e soprattutto da stimolo potente per raggiungere l'obiettivo.
Sottolinea Sbarra: ”Il tempo è maturo per far evolvere il rapporto tra impresa e lavoro nel solco di una più solida democrazia economica. Con la nostra proposta di legge intendiamo farlo sostenendo con determinazione relazioni industriali partecipative, che riconoscano alle lavoratrici e ai lavoratori del nostro Paese forte ruolo nelle scelte strategiche e nell'organizzazione del lavoro”. Quella della partecipazione ”è un'opportunità che incrocia tutte le grandi sfide del nostro tempo - continua il leader Cisl -: la via maestra per salari più alti, maggiore valore aggiunto e produttività, difesa occupazionale, buone flessibilità condivise e contrasto alle delocalizzazioni, maggiore sostenibilità sociale. Non c'è sentiero migliore per innalzare i livelli qualitativi e quantitativi di formazione, per elevare l'innovazione di processo e prodotto, per proteggere i piccoli azionisti-lavoratori e orientare sull'economia reale gli investimenti privati. Relazioni pienamente partecipative contribuiscono poi all'aumento dei livelli di salute e la sicurezza nelle aziende, garantendo monitoraggio e vigilanza sul rispetto delle leggi e delle regole”. La proposta di legge depositata dalla Cisl ”risponde a tutte queste esigenze in modo concreto, completo, proponendo innovazioni sostenibili e immediatamente applicabili, coprendo tutte le forme di partecipazione: dalla gestionale all'organizzativa, dalla finanziaria alla consultiva. Lo fa senza impostazioni dirigiste o precettive, ma incentivando il libero incontro negoziale nelle imprese”. Conclude Sbarra: ”È una sfida che crediamo debba essere raccolta dalle associazioni datoriali per innovare le relazioni industriali; ed anche dal Governo, chiamato ad incoraggiare questa pratica attraverso sostegni e incentivi rivolti ad accordi partecipativi. Per questo avvieremo nelle prossime ore incontri con i vertici istituzionali, i leader politici e le rappresentanze sociali”.
Giampiero Guadagni