Nel confronto politico sulla manovra, dopo l’elezione di Trump, irrompe anche la questione delle spese sulla difesa. L'obiettivo del 2% del Pil richiesto dalla Nato per Giorgetti ”risulta molto ambizioso e non del tutto compatibile sotto il profilo delle coperture con la governance europea”. Il ministro dell'Economia specifica che il potenziamento degli investimenti nel settore bellico - 35 miliardi nel periodo 2025-203 - farà' arrivare il rapporto all'1,57% nel 2025, l'1,58% nel 2026 e l'1,61% nel 2027. Una sottolineatura che arriva nel giorno in cui il segretario generale della Nato Rutte afferma che il 2% non basterà per finanziare i piani di difesa regionali che l'Alleanza ha approvato.
Osserva la premier Meloni: ”Nel nuovo patto di stabilità ci sono delle aperture"per permettere anche ai Paesi più indebitati di arrivare a spendere per la difesa almeno il 2% del Pil, come chiede la Nato, ma su questo bisogna fare molto di più”. Lunedì Meloni si confronterà a Palazzo Chigi con i sindacati sulla manovra.
”Chiederemo miglioramenti al Governo”, annuncia il elader della Cisl Sbarra, che ribadisce: ”Nella legge di bilancio ci sono innegabili passi in positivo e aspetti che non condividiamo”. Tra le istanze Cisl recepite il sostegno ai redditi del lavoro dipendente attraverso la conferma strutturale del taglio del cuneo fiscale contributivo, alzato fino a 40mila euro; l'accorpamento e la proroga delle aliquote Irpef; il sostegno e la proroga alla detassazione su salario di risultato e fringe benefit; un impegno forte sulla piena indicizzazione delle pensioni, la proroga dell'Ape sociale, quota 103. E ancora: il sostegno alla famiglia con le risorse sul bonus per i nuovi nati, con il terzo mese di congedi parentali e il rafforzamento del bonus del sostegno sugli asili nido, così come l'ulteriore stanziamento sul Fondo sanitario nazionale. Gli aspetti che non convincono la Cisl riguardano il taglio strutturale agli organici nel mondo della scuola, le pensioni minime, il fondo sulla non autosufficienza, il ripristino delle risorse sul fondo automotive, il parziale turn over negli enti locali.
Venerdì Sbarra ha inaugurato la sede Cisl a Caivano, alla presenza del sindaco di Napolio Manfredi e del parroco del quartiere Don Patriciello. ”Abbiamo mantenuto la promessa fatta alla comunità. Grazie alla Cisl di Napoli per l'impegno e la dedizione con cui ha lavorato per aprire questa sede per rispondere a un bisogno reale e urgente di prossimità e di solidarietà”, ha detto Sbarra che ha assicurato: ”Siamo qui per restare accanto a figure straordinarie come Don Patriciello, che da anni si batte per e su questo territorio difendendo il diritto di tutti a una vita dignitosa”. Sottolinea il leader Cisl: ”Il lavoro stabile, sicuro e ben contrattualizzato è la chiave di emancipazione, la strada verso il riscatto sociale. Per tanti giovani e donne il lavoro rappresenta la possibilità di costruire un futuro, di uscire dall'isolamento e di contribuire attivamente alla crescita del proprio territorio”.
Intanto altri dati e analisi arrivano dalla Nota sull'andamento dell'economia italiana. La performance negativa dell'economia tedesca ha costituito nel 2023 un fattore di freno per la crescita italiana, stimato in 1 punto percentuale di export e 0,2 punti percentuali di Pil. Si tratta di un impatto significativo, poiché rappresenta un quarto dell'effetto negativo sul pil italiano complessivamente attribuibile al rallentamento del ciclo internazionale (stimato in -0,8 punti percentuali). Nel terzo trimestre, il livello del Pil italiano, in base alla stima preliminare, è rimasto stazionario rispetto ai tre mesi precedenti, registrando un risultato peggiore rispetto ai principali partner europei e alla media dell'area euro.
A settembre, dopo tre mesi di crescita, l'occupazione è scesa. Il calo ha coinvolto gli uomini, le donne e principalmente i 35-49enni. Per posizione professionale l'occupazione è diminuita tra i dipendenti, sia permanenti sia a termine, mentre è rimasto sostanzialmente stabile tra gli autonomi. Nel confronto mensile, il tasso di disoccupazione totale, che nell' area euro è rimasto invariato al 6,3%, è stabile in Italia al 6,1%, quello giovanile in crescita al 18,3% (+0,3 punti). Rispetto ad agosto, infine, il tasso d'inattività è aumentato al 33,7% (+0,2 punti).
L'indice delle retribuzioni contrattuali orarie a settembre ha segnato un incremento dello 0,2% rispetto al mese precedente e del 3,7% rispetto a settembre 2023; l'aumento tendenziale è stato pari al 4,6% per i dipendenti dell'industria, al 4,1% per quelli dei servizi privati e all'1,6% per i lavoratori della pubblica amministrazione. Nel terzo trimestre, per il totale economia, la crescita delle retribuzioni contrattuali è risultata superiore a quella dei prezzi al consumo di poco più di due punti percentuali, proseguendo il graduale recupero del potere d'acquisto. L'inflazione decelera rispetto ai mesi estivi: 0,9% a ottobre, dallo 0,7% di settembre, in ribasso tuttavia rispetto ai due mesi estivi (1,3% in luglio e 1,1% in agosto) e in linea con i mesi precedenti (+0,8% da aprile a giugno). Questo andamento è dovuto al rafforzamento del calo dei prezzi dei beni energetici, solo in parte compensato dalla crescita degli alimentari.
Ventesimo calo di fila per la produzione industriale. A settembre l'indice destagionalizzato diminuisce dello 0,4% rispetto ad agosto e del 4% su base annua. Flessioni tendenziali caratterizzano tutti i comparti: la riduzione è più rilevante per i beni strumentali (-5,1%), i beni intermedi (-4,0%), i beni di consumo (-3,5%) e meno pronunciata per l'energia (-1,6%).
Quanto alle vendite al dettaglio, a settembre l’Istat stima, una variazione congiunturale positiva sia in valore sia in volume (+1,2%). Sono in aumento le vendite dei beni alimentari in valore (+1,7%) e in volume (+1,5%) così come quelle dei beni non alimentari (+0,9% in valore e +1,1% in volume). Su base tendenziale, a settembre 2024, le vendite al dettaglio aumentano dello 0,7% in valore e dello 0,3% in volume. Lo ha reso noto l'Istat. Nel terzo trimestre del 2024, in termini congiunturali, le vendite al dettaglio aumentano dello 0,7% in valore e dello 0,4% in volume. Analogo andamento si registra sia per le vendite dei beni alimentari, che crescono in valore e in volume (rispettivamente +1,3% e +0,8%), sia per quelle dei beni non alimentari (+0,4% in valore e +0,3% in volume). Le vendite dei beni alimentari, su base annua, sono in crescita dello 0,6% in valore e calano dello 0,6% in volume, mentre quelle dei beni non alimentari aumentano sia in valore sia in volume (rispettivamente +0,7% e +0,9%).
Infine, a ottobre è peggiorato il clima di fiducia delle famiglie, con un deterioramento delle opinioni sulla situazione economica generale e su quella futura. In calo anche il sentiment delle imprese, in particolare nella manifattura e nei servizi di mercato.
Giampiero Guadagni