Numeri e valutazioni dell’Ocse entreranno nella partita della manovra economica all’esame del Parlamento. E intanto confermano i margini di azione incerti, anche per il futuro, visto peraltro che ancora non sono state definite le nuove regole del Patto di Stabilità. Le risorse sono poche. Nel lungo confronto di martedì con i sindacati la premier Meloni ha assicurato che il Governo è pronto a rivedere la stretta sulle pensioni dei dipendenti pubblici. Non saranno toccati gli assegni di vecchiaia. Per tutti, non solo per i medici. Se la Cisl con il segretario generale Sbarra apprezza lo sforzo del Governo, comunque mantenendo altissima la guardia; Cgil e Uil confermano la mobilitazione (domani nelle regioni del Sud) perché ”il Governo non cambia la manovra, che resta sbagliata" come dice Landini; e ”si dimostra ancora una volta insensibile alle piazze”, gli fa eco Bombardieri.
I sindacati tutti, però, chiedono lo stralcio della norma (così come le opposizioni in Parlamento). Eliminarla non si può, costa troppo, il ragionamento che porta avanti l'Esecutivo, che apre però alle modifiche. Non solo tutelando chi raggiunge i requisiti di vecchiaia - medici e le altre categorie di dipendenti pubblici coinvolti - ma anche, dice Meloni, ”garantendo che non ci sia nessuna penalizzazione per chi raggiunge al 31.12.2023 i requisiti attualmente previsti”. Nessuno entra però nei dettagli, ancora tutti da definire. Ma fino alla presentazione del maxi emendamento alla manovra ancora un po' di tempo c'è, anche se il tentativo sarà di chiudere in tempo per la conferenza stampa della premier di fine anno, fissata il 21 dicembre. La linea portata avanti dalla premier Meloni è sempre stata quella di far sì che l’approvazione della manovra avvenga in tempi brevi per dare un segnale di responsabilità ai mercati e all’Europa. Intanto al Senato inizia oggi in Commissione bilancio il voto sugli emendamenti al Dl Anticipi che approderà in Aula la prossima settimana.
Giampiero Guadagni