Venerdì 22 novembre 2024, ore 7:35

Economia 

Ocse: crescita italiana destinata a rallentare  

La crescita del Pil dell'Italia è destinata a rallentare. Il Pil dovrebbe infatti aumentare dello 0,7% sia nel 2023 sia nel 2024 prima di una lieve ripresa dell'1,2% nel 2025. È quanto emerge dalle Prospettive economiche dell'Ocse presentate ieri a Parigi. L'inflazione dell'Italia scenderà dal 4,6% del 2023, al 3,1% del 2024 al 2,5% del 2025. Sottolinea l’Ocse nel capitolo dedicato al nostro Paese: ”In Italia la bassa crescita dei salari e l'alta inflazione hanno eroso i redditi reali, le condizioni finanziarie si sono inasprite e la maggior parte del supporto di bilancio straordinario correlato alla crisi energetica è stato rimosso, pesando su consumi e investimenti. Il previsto calo dell’inflazione, i tagli mirati sulla tassazione dei redditi e la ripresa degli investimenti pubblici correlati a Next Generation Eu bilanceranno solo in parte questi venti contrari. I rischi sono sbilanciati al ribasso”. Secondo l'ente parigino ”il principale rischio al ribasso è un inasprimento superiore al previsto delle condizioni finanziarie dovuto alla stretta monetaria nell'area euro a un aumento dei premi di rischio sui titoli di Stato italiani”. All'opposto le ipotesi di una dinamica dell'economia migliore delle attese poggiano su ”un aumento significativo degli investimenti pubblici correlato al Pnrr, che potrebbe spingere la crescita nel 2024 e nel 2025”. L'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico rileva poi che anche in Italia ”gli effetti dell'inasprimento monetario hanno iniziato a farsi sentire, mentre il sostegno di bilancio alle famiglie e alle imprese per affrontare la crisi energetica è stato rimosso, sebbene l'ultimo sia ampiamente bilanciato da tagli mirati alla tassazione sui redditi e maggiori spese del Pnrr”. L'Ocse giudica ”ampiamente neutrale” la politica di bilancio italiana, prevedendo che ”limiterà il rallentamento della crescita, ma ci sono margini per migliorare il bilancio più rapidamente di quanto attualmente previsto e per mettere le finanze pubbliche su un percorso più prudente”.
Numeri e valutazioni dell’Ocse entreranno nella partita della manovra economica all’esame del Parlamento. E intanto confermano i margini di azione incerti, anche per il futuro, visto peraltro che ancora non sono state definite le nuove regole del Patto di Stabilità. Le risorse sono poche. Nel lungo confronto di martedì con i sindacati la premier Meloni ha assicurato che il Governo è pronto a rivedere la stretta sulle pensioni dei dipendenti pubblici. Non saranno toccati gli assegni di vecchiaia. Per tutti, non solo per i medici. Se la Cisl con il segretario generale Sbarra apprezza lo sforzo del Governo, comunque mantenendo altissima la guardia; Cgil e Uil confermano la mobilitazione (domani nelle regioni del Sud) perché ”il Governo non cambia la manovra, che resta sbagliata" come dice Landini; e ”si dimostra ancora una volta insensibile alle piazze”, gli fa eco Bombardieri.
I sindacati tutti, però, chiedono lo stralcio della norma (così come le opposizioni in Parlamento). Eliminarla non si può, costa troppo, il ragionamento che porta avanti l'Esecutivo, che apre però alle modifiche. Non solo tutelando chi raggiunge i requisiti di vecchiaia - medici e le altre categorie di dipendenti pubblici coinvolti - ma anche, dice Meloni, ”garantendo che non ci sia nessuna penalizzazione per chi raggiunge al 31.12.2023 i requisiti attualmente previsti”. Nessuno entra però nei dettagli, ancora tutti da definire. Ma fino alla presentazione del maxi emendamento alla manovra ancora un po' di tempo c'è, anche se il tentativo sarà di chiudere in tempo per la conferenza stampa della premier di fine anno, fissata il 21 dicembre. La linea portata avanti dalla premier Meloni è sempre stata quella di far sì che l’approvazione della manovra avvenga in tempi brevi per dare un segnale di responsabilità ai mercati e all’Europa. Intanto al Senato inizia oggi in Commissione bilancio il voto sugli emendamenti al Dl Anticipi che approderà in Aula la prossima settimana.
Giampiero Guadagni

( 29 novembre 2023 )

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