L’approdo in Senato, dunque, è previsto nelle prossime ore. Nelle ipotesi circolate aveva fatto discutere la misura relativa al pignoramento telematico, che nelle riscritture dei testi scattava solo oltre i mille euro di debito con il fisco. Ora però sarebbe proprio destinato a sparire. La premier Meloni blocca la norma sul prelievo dai conti correnti. ”Non se ne parla, questa norma non passa”. Uno stop arrivato nella tarda serata di giovedì, dopo il pressing della Lega ma anche di Forza Italia per modificare la misura. Mentre da Palazzo Chigi si spiegava che si trattava comunque solo di un'ottimizzazione di strumenti digitali già esistenti ”senza alcun accesso diretto ai conti correnti da parte dell'Agenzia delle entrate per recuperare le imposte non pagate”.
Che la coperta sia corta è chiaro a tutti ma il partito di Salvini chiede ”uno sforzo in più” sulle pensioni così come gli azzurri insistono su cedolare secca sugli affitti brevi. Sul fronte previdenziale l’intesa raggiunta in maggioranza sulla formula per l'uscita anticipata per la pensione prevederebbe Quota 103 ma con una finestra per l'uscita che varia tra pubblico e privato. Non cambierebbero i requisiti di 62 anni di età e 41 di contributi ma, una volta raggiunti, i dipendenti privati dovrebbero aspettare 6 mesi per l'assegno e i pubblici 9 mesi.
Arriva invece un tetto di 50mila euro per i titoli di Stato che si potranno escludere dal calcolo dell'Isee e cambia ancora il tax credit per il cinema con una stretta che porta addirittura fino all'esclusione dall'agevolazione per le imprese non indipendenti o non europee. Si lima ancora, dunque. E anche sulle pensioni si lavora a modifiche fino all’ultimo secondo. Su questo come su altri fronti anche sotto il pressing degli alleati di maggioranza. Tacciono i Fratelli d'Italia anche in nome della realpolitik interna. C'è il peso della complessa situazione internazionale e le scelte fatte hanno comportato per tutti dei risultati ma anche dei sacrifici. Intanto arriva qualche dettaglio in più su uno dei cavalli di battaglia della Lega: il Ponte sullo Stretto. Per la realizzazione dell'infrastruttura e in attesa di reperire ulteriori fonti di finanziamento per ”ridurre l'onere a carico del bilancio dello Stato”, viene autorizzata la spesa complessiva di 11,6 miliardi fino al 2032, di cui 780 milioni il prossimo anno. In vista dell'approvazione del progetto definitivo del Ponte, da parte del Cipess (il Dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica) entro il 2024, la spesa viene quindi ripartita in 780 milioni per il 2024, oltre un miliardo per il 2025 e per il 2026 e così via fino ai 260 milioni del 2032. Le opposizioni parlano di manovra iniqua e che non guarda alla crescita. Schlein e Conte sottolineano i contrasti all’interno della maggioranza. E Italia Viva ha scritto al Presidente Mattarella chiedendo che la manovra, modificata dopo l’approvazione del 16 ottobre - e questo in violazione della Costituzione - torni all’esame del Cdm, accusando peraltro il Governo di voler restringere gli spazi di dibattito parlamentare.
E contro la manovra Cgil e Uil tornano in piazza. La formula decisa vede scioperi di otto ore dei lavoratori, con manifestazioni a livello territoriale e regionale, articolati in più date: venerdì 17 novembre la prima per le regioni del Centro. Venerdì 24 per le regioni del Nord e venerdì 1 dicembre per il Sud. Per i sindacati di Landini e Bombardieri la legge di Bilancio non stanzia risorse sufficienti per il rinnovo dei contratti della Pa, non rilancia la sanità, non combatte la precarietà e l'evasione fiscale e non dà le risposte necessarie sulle pensioni.
La Cisl aspetta il testo ufficiale della manovra per discutere all'interno dei propri organismi e dare un giudizio complessivo. Se confermate, per il segretario generale Sbarra ci sono molte luci che raccolgono proposte e rivendicazioni del sindacato e alcune ombre - sulla previdenza - che chiederà di cambiare durante l'iter parlamentare. Ma, appunto, se questo resterà il quadro, non esclude di mobilitarsi sulle pensioni. ”Si peggiora la legge Fornero - dice Sbarra - non si costruiscono risposte per i giovani e le donne, non si assicura la piena indicizzazione delle pensioni”.
Intanto l'Istat fa sapere che i contratti in attesa di rinnovo - a fine settembre 2023 - sono 31 e coinvolgono circa 6,7 milioni di dipendenti, il 54,0% del totale. Tra settembre 2022 e settembre 2023, fa sapere l’Istat, il tempo medio di attesa di rinnovo per i lavoratori con contratto scaduto è diminuito da 33,9 a 29,1 mesi; per il totale dei dipendenti da 17,2 è sceso a 15,7 mesi.
Alla fine di settembre 2023, i 42 contratti collettivi nazionali in vigore per la parte economica riguardano il 46% dei dipendenti - circa 5,7 milioni - e corrispondono al 45,2% del monte retributivo complessivo.
Nei primi nove mesi del 2023 la retribuzione oraria media è del 2,6% più elevata di quella registrata nello stesso periodo del 2022. L'indice delle retribuzioni contrattuali orarie, a settembre 2023, è stabile rispetto al mese precedente e aumenta del 3% rispetto a settembre 2022; l'aumento tendenziale è stato del 4,5% per i dipendenti dell'industria, dell'1,6% per quelli dei servizi privati e del 3,3% per i lavoratori della pubblica amministrazione. Nel corso del terzo trimestre 2023 sono stati recepiti due contratti: società e consorzi autostradali e pelli e cuoio.
Ad agosto 2023 l’Istat stima che il fatturato dell'industria, al netto dei fattori stagionali, diminuisce dello 0,4% in termini congiunturali, sintesi di una flessione sul mercato interno (-0,6%) e di un leggero aumento su quello estero (+0,1%). Nel trimestre giugno-agosto l'indice complessivo è cresciuto dello 0,2% rispetto al trimestre precedente (+0,6% sul mercato interno e -0,5% su quello estero). Con riferimento ai raggruppamenti principali di industrie, ad agosto gli indici destagionalizzati del fatturato segnano un aumento congiunturale per i beni di consumo (+0,8%) e per l'energia (+7,6%), mentre si registra un calo per i beni intermedi (-0,4%) e per i beni strumentali (-2,8%). Corretto per gli effetti di calendario, il fatturato totale diminuisce in termini tendenziali del 5%, con diminuzioni del 5,7% sul mercato interno e del 3,8% su quello estero. I giorni lavorativi sono stati 22 come ad agosto 2022. Per quanto riguarda gli indici corretti per gli effetti di calendario riferiti ai raggruppamenti principali di industrie, si registrano incrementi tendenziali per i beni di consumo e per i beni strumentali mentre risultano in calo i beni intermedi e l'energia. Con riferimento al comparto manifatturiero, i settori che mostrano gli incrementi tendenziali maggiori sono la farmaceutica e i mezzi di trasporto, mentre le maggiori flessioni si riscontrano nella chimica e nel comparto dei prodotti petroliferi raffinati
In questo contesto di dati continua a peggiorare il clima di fiducia delle imprese e dei consumatori. A ottobre l'Istat stima una forte diminuzione del clima di fiducia dei consumatori (l'indice passa da 105,4 a 101,6) e dell'indice composito del clima di fiducia delle imprese, che cala da 104,9 a 103,9. l'Indice delle imprese - osserva l'Istat - si estende a tutti i settori salvo quello delle costruzioni. L'indice complessivo raggiunge il valore più basso da aprile 2021. L'indice di fiducia dei consumatori si riduce per il quarto mese consecutivo raggiungendo il valore più basso da gennaio 2023.
Giampiero Guadagni