Intanto, dalla relazione tecnica allegata al testo emergono una serie di dettagli in più sull'impatto delle novità introdotte in Parlamento su cittadini e imprese. In particolare qualche certezza in più su una delle misure più pesanti introdotte in Parlamento: l'Ires premiale. Lo sconto di 4 punti sull'imposta che verrà applicato, solo per il 2025, a quanti decidono di reinvestire gli utili e contemporaneamente assumono. Una misura fortemente voluta dagli industriali e caldeggiata da Forza Italia per la quale arriverà un contributo di circa 400 milioni dalle banche. La platea potenziale, calcolata dalla Ragioneria, è di 18 mila imprese che, si evidenzia, potranno, oltretutto, mettere mano a investimenti nel biennio 2025-2026 in misura pari a 11 miliardi di euro e 109 mila nuove assunzioni. La misura vale 349,9 milioni nel 2025 e 116,6 milioni nel 2026. La relazione considera ”potenziali beneficiarie della norma le imprese che hanno effettuato nuove assunzioni in misura tale da garantire un incremento occupazionale pari ad almeno l'1% rispetto all'anno precedente, con minimo una nuova assunzione, e il cui numero di lavoratori non sia diminuito rispetto alla media del triennio precedente. In un'ottica di prudenza, sono state incluse nella platea dei potenziali beneficiari anche le imprese che, al fine di rispettare i requisiti per l'accesso alla riduzione di aliquota, possono incrementare le assunzioni senza variare in misura superiore al 10% la consistenza del proprio personale”.
Decisamente diverso l'impatto della norma che introduce la possibilità di un anticipo di pensione cumulando gli importi del fondo complementare. Tenuto conto della specificità dei soggetti in esame - si legge nella relazione - viene valutata in termini contenuti la numerosità di soggetti interessati, dell'ordine di un centinaio circa all'inizio del periodo per crescere gradualmente a circa 600 annui alla fine del decennio considerato. Un aiuto per pochi, anche se la misura aveva in ogni caso l'obiettivo di dare un primo segnale sulla possibilità di considerare cumulabili gli importi della pensione principale con quella attivata con i fondi. In attesa, tra l'altro, dell'apertura di un nuovo semestre di silenzio-assenso per l'opzione per conferire il Tfr ai fondi pensione che si era in un primo tempo ipotizzato potesse entrare in manovra ma ne è poi rimasto fuori. Altra misura entrata in manovra è l'incremento da 30 a 35mila euro della quota del tetto di reddito dipendente oltre il quale, per la parte di lavoro autonomo, non si può accedere al regime forfettario. La norma riguarda solo il 2025 e avrà un impatto di 126 milioni di entrate in meno l'anno successivo.
La manovra contiene anche la proroga di 10 mesi di Cigs (in scadenza a fine dicembre) per i dipendenti dell'ex Alitalia. Dopo l'approvazione i sindacati sono stati già convocati per l'8 gennaio per sottoscrivere l'accordo di revoca della procedura di licenziamento collettivo e la proroga dei 10 mesi di Cigs. Fit Cisl, Filt Cgil, Uiltrasporti, Ugl T.A. e Anpac ritengono ”positivo il risultato raggiunto che mette in sicurezza il reddito dei dipendenti di Alitalia Sai per ulteriori 10 mesi”.
E sempre lunedì la Commissione Ue ha erogato all'Italia 6,9 miliardi di euro in prestiti e 1,8 miliardi di euro in sovvenzioni, al netto dei prefinanziamenti, come sesta rata del Pnrr. Lo rende noto l'esecutivo europeo. Il totale della sesta rata è di 8,7 miliardi. Il 28 giugno 2024, l'Italia ha presentato la sua sesta richiesta di pagamento, relativa a 39 tappe e obiettivi.
Tra gli obiettivi conseguiti con il pagamento della sesta rata, figurano investimenti strategici quali il potenziamento dei collegamenti ferroviari del Mezzogiorno e del centro Italia, la realizzazione di nuove infrastrutture per il trasporto del gas (Linea Adriatica) e per l'autonomia energetica dell'Italia, il rinnovo della flotta per il Comando nazionale dei Vigili del Fuoco, i crediti d'imposta per la transizione ecologica 4.0 e l'attivazione della misura per la transizione ecologica 5.0, rispetto alla quale sono in corso modifiche normative per renderla più accessibile e vantaggiosa per le imprese, il rafforzamento della dotazione organica dei tribunali penali, civili e amministrativi, l'avvio degli interventi per nuovi impianti sportivi nei plessi scolastici e la formazione delle competenze tecniche, digitali e manageriali per efficientare le prestazioni del sistema sanitario nazionale. Agli investimenti si aggiungono importanti riforme, fra cui i provvedimenti normativi in favore degli anziani non autosufficienti e delle persone con disabilità, le azioni per prevenire e contrastare il lavoro sommerso, lo sfruttamento dei lavoratori e le altre forme di lavoro irregolare, oltre alla definizione di uno standard nazionale per la professione di guida turistica.
Il 26 novembre 2024 la Commissione ha adottato una valutazione preliminare positiva della richiesta, seguita dal parere favorevole del Comitato economico e finanziario del Consiglio, aprendo la strada alla decisione finale sull'erogazione. Ad oggi, l'Italia ha ricevuto un totale di 122,2 miliardi di euro, sui 194,4 miliardi di euro stanziati con il Recovery Plan.
Nell'ambito dei piani di ripresa e resilienza, la Commissione europea ha erogato ieri pagamenti anche ad altri Paesi. Aalla Germania è giunta la seconda rata da 13, 5 miliardi, al Portogallo la quinta tranche da 2,9 miliardi, alla Repubblica Ceca la terza da 1,7 miliardi, alla Romania una parte - su due target l'ok è stato rinviato - della seconda rata, pari a 37,05 milioni. Il totale erogato supera ora i 300 miliardi.
Giampiero Guadagni