Venerdì 22 novembre 2024, ore 7:03

Lavoro 

Lotta alla precarietà, Pnrr occasione da non sprecare

Ridurre le tipologie contrattuali per mettere un argine al lavoro precario. Il tema della stabilità dell'occupazione, sottolinea il ministro del Lavoro Orlando, deve tornare al centro della discussione soprattutto ora che con il Pnrr ci si prepara a investire sulle politiche del lavoro cinque miliardi. La discussione sulla revisione delle tipologie contrattuali è complicata in questa fase con una maggioranza al suo interno molto composita e con idee diverse su questo tema, ma la riflessione va fatta anche andando a guardare i dati sulle attivazioni e soprattutto sul saldo tra le varie tipologie di contratti. Secondo gli ultimi dati Inps sul lavoro privato riferiti al 2021 a fronte di un saldo positivo complessivo tra attivazioni e cessazioni di 691.702 contratti, il saldo dei rapporti a tempo indeterminato è stato positivo per 119.148 unità a fronte di una variazione positiva di 572.554 unità per le altre tipologie. Tra queste i contratti a tempo determinato in più sono stati 346.205 (saldo tra attivazioni e cessazioni) ma sono 78.546 in più anche i rapporti con contratto intermittente e 65.173 in più quelli in somministrazione. Si chiede il ministro del Lavoro: ”È compatibile un cosi forte investimento sulle politiche formative, sul capitale umano con queste tipologie contrattuali? Possiamo investire cinque miliardi nelle politiche attive del lavoro e poi avere contratti che prevedono tre ore di lavoro settimanali, e part time involontari?”. In Italia il part time involontario, secondo dati Eurostat riferiti al 2020, è al 66,2% delle persone in part time. In pratica due terzi delle persone a tempo ridotto vorrebbe un contratto con orari più lunghi, la percentuale più alta in Ue. ”In nome della flessibilità - aggiunge Orlando - si sono create forme di di utilizzo del lavoro che ormai sono arrivate a livelli tra i più alti a livello europeo. Questo dopo essere stati un Paese spesso rimproverato per avere un mercato del lavoro eccessivamente rigido. È un punto che credo ci dobbiamo porre perché anche in questo caso il prezzo più alto lo pagano le donne”. L'obiettivo del Governo resta quello di aumentare l’occupazione femminile, ancora in forte ritardo rispetto all'Europa e con grandi divari a livello territoriale e di evitare comunque che le donne subiscano più degli uomini le conseguenze delle crisi. Puù aiutare la scelta di introdurre all’interno del Pnrr delle condizionalità: almeno il 30% dei nuovi occupati donne e under 36.
Osserva da parte sua il leader della Cisl Sbarra: ”Dobbiamo rimettere al centro la dignità, la stabilità, la sicurezza del lavoro, la centralità della persona. Bisogna fare uno sforzo forte per rilanciare gli investimenti pubblici e privati. Abbiamo questa straordinaria opportunità di utilizzare le ingenti risorse che arriveranno dalla Ue e che ora dobbiamo saper investire sui temi dell'innovazione, della digitalizzazione, della rivoluzione verde, della sostenibilità ambientale, dell’inclusione sociale”. Istituzioni nazionali e locali, conclude Sbarra, ”devono attivare un confronto permanente e strutturale per una governance partecipata delle risorse da impegnare e utilizzare sino all'ultimo centesimo nella prospettiva di aiutare il Paese a risollevarsi dalle macerie dell'emergenza sanitaria, della crisi economica e dagli effetti pesanti del conflitto in Ucraina. È necessario cambiare il modello di crescita e di sviluppo ancorato oggi sulla rendita, sulla speculazione finanziaria, su una globalizzazione mal governata che ha creato nuove disuguaglianze, tanta povertà e disparità sociali tra le persone”.
Giampiero Guadagni

( 29 marzo 2022 )

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