L’ipotesi di intervento selettivo non convince Cgil Cisl e Uil, che tornano in piazza con tre manifestazioni nazionali sabato 26 giugno, a Torino, Firenze e Bari. I sindacati portano avanti così la mobilitazione unitaria, con l'obiettivo primario di ”conquistare” la proroga del blocco dei licenziamenti almeno fino al 31 ottobre, accompagnata dalla riforma degli ammortizzatori sociali e da nuove politiche attive per il lavoro. Tutto questo accanto ai temi della sicurezza sul lavoro, delle altre riforme da realizzare, a partire da fisco e pensioni, e all’utilizzo efficace delle risorse del Pnrr collegando investimenti e occupazione e coinvolgendo le parti sociali con una governance partecipata e preventiva.
In questi giorni Cgil, Cisl e Uil stanno incontrando anche i gruppi parlamentari ed i partiti, mentre al Governo chiedono di riaprire il confronto. Il tempo stringe e bisogna intervenire al più presto, anche considerando il percorso parlamentare del decreto Sostegni bis, per evitare che dal primo luglio scattino i licenziamenti, con la fine del blocco del 30 giugno. Una data che mette a rischio, tra i primi, i lavoratori Whirlpool di Napoli. Di qui il pressing dei sindacati affinché si sposti più avanti, almeno fino a fine ottobre, lo stop per tutti i settori. Evitando così di aprire ”uno scontro sociale di cui non abbiamo bisogno”, come afferma il leader della Cgil Landini, che richiama tutti alle proprie responsabilità, imprenditori compresi. E per evitare che ”si allunghi l’elenco dei disoccupati”, come avverte il numero uno della Cisl Sbarra, che ieri ha incontrato il ministro del Lavoro Orlando sul G20 che si terrà a Catania il 23 giugno. Sottolinea Sbarra: ”Chiediamo la proroga per due motivi: da un lato serve ancora un po’ di tempo per cambiare e riformare il sistema degli ammortizzatori sociali, avviare le politiche attive, finanziare il piano nazionale sulla formazione. Il secondo tema è dare maggiore profondità e consistenza agli investimenti pubblici e privati”. Dal ministero dello Sviluppo economico, intanto, la viceministra Todde fa sapere che le vertenze in carico al Mise sono in diminuzione, passando da 89 a 85, di cui 54 tavoli aperti e 31 di monitoraggio, sottolineando che va avanti il lavoro per la risoluzione anche delle altre.
Secondo Sbarra ”i timidi segnali di ripresa economica che si stanno avvinando sono ancora deboli e disomogenei tra settori e aree geografica: occorre consolidare e rafforzare la ripresa economica e per questo diciamo che l’obiettivo per noi resta zero esuberi e zero licenziamenti”.
Quanto al G20, Sbarra e Orlando auspicano che nella dichiarazione finale ci sia ”un forte richiamo al tema dell’applicazione dei diritti fondamentali della persona, del mondo del lavoro”. Aggiunge il leader Cisl: ”Deve essere chiaro il principio che ”dalla pandemia si esce attraverso un nuovo modello sociale di crescita economica e di sviluppo”.
Giampiero Guadagni