Mancano i requisiti dello sciopero generale. Lo ha deciso l’Autorità di garanzia sugli scioperi con riferimento agli scioperi convocati per venerdì prossimo da Cgil e Uil. ”Lo sciopero, così come proclamato dalle Confederazioni sindacali (con esclusione di numerosi settori) non può essere considerato, come da consolidato orientamento della Commissione, quale sciopero generale, ai fini dell'applicazione della disciplina che consente delle deroghe alle normative di settore sui servizi pubblici”. Con la decisione assunta ”la Commissione di garanzia non intende in alcun modo mettere in discussione l'esercizio del diritto di sciopero, ma continuare ad assicurare l'osservanza delle regole che ne garantiscono il contemperamento con i diritti costituzionali della persona”.
Lunedì mattina una delegazione di Cgil e Uil davanti alla Commissione aveva ribadito le proprie posizioni: ”Questo è uno sciopero generale anche se articolato in più giorni, stiamo rispettando tutte le norme”. Ma secondo la Commissione di garanzia lo sciopero indetto da Cgil e Uil non può configurarsi come generale perché esclude circa 16 settori ed è spalmato su 5 giorni: trattandosi di uno sciopero plurisettoriale deve rispettare le normative dei settori. La delibera del 2023 prevede una serie di deroghe alle normative solo in caso di sciopero generale; se non è tale, vanno applicate le singole discipline di settore, come la durata (non 24 ore) e la rarefazione. Perciò lo sciopero non può aver luogo nel trasporto aereo e nel Corpo dei Vigili del Fuoco per la concomitanza di scioperi proclamati da altri sindacati. Solo infatti nello sciopero generale è eccezionalmente previsto che possano interrompere il servizio per 24 ore i lavoratori di tutti i mezzi di trasporto, aerei, navi, treni. Per rispettare le indicazioni della Commissione, Cgil e Uil dovrebbero quindi limitare lo sciopero a 4 ore nei trasporti escludendo il comparto del trasporto aereo. Se il sindacato non ottempererà alle limitazioni richieste, come fa sapere la Uilt, vi è la possibilità che il ministro dei Trasporti precetti i lavoratori o che la Commissione apra un procedimento di valutazione per applicare delle sanzioni. Il tema è al centro di una duro scontro politico, con la Lega che polemizza duramente, anche con parole fuori luogo, con Landini. E le opposizioni insorgono accusando il Governo di non tenere conto dei diritti dei lavoratori.
Sulla vicenda interviene il segretario generale della Cisl Sbarra: ”Gli scioperi dei trasporti collocati il venerdì rappresentano molte volte una pura coincidenza, si collegano pacchetti di ore di sciopero a fine turno”. Insomma ”bisognerebbe porre fine alle polemiche. Nessuno dice che in Italia le regole sullo sciopero sono molto chiare a garanzia sia del sindacato che dei cittadini. Non a caso c'è questa commissione prevista dalla legge che è chiamata ad adattare, a contemperare l'esercizio del diritto allo sciopero e quello legato ai diritti della persona nell'ambito dei servizi pubblici. Dovremmo vedere invece cosa è necessario fare per rappresentare, tutelare e sostenere il reddito di lavoratori, pensionati e famiglie e come miglioriamo nelle prossime ore la manovra economica”. In ogni caso, ricorda Sbarra, ”la Cisl non si fa travolgere da supposte egemonie” di altre organizzazioni sindacali. Il sindacato ”s’indebolisce quando risponde a una logica di pensiero unico che mortifica le diverse sensibilità, che nel nostro Paese per fortuna esistono nella comunità nazionale: per noi si chiama pluralismo. Noi rispondiamo al mandato che ci arriva dalla nostra base, dai nostri associati”. Proseguono intanto gli incontri della Cisl con gruppi parlamentari (venerdì scorso con il M5S, lunedì con il Pd) per illustrare la posizione articolata della Cisl sulla manovra economica del Governo e le richieste di modifiche che saranno al centro della manifestazione nazionale della confederazione di via Po sabato 25 novembre a Roma in piazza SS Apostoli. Spiega Sbarra: ”In una giornata da sabato per limitare i disagi ai cittadini e per non caricare di ulteriori sacrifici i lavoratori con l'astensione di una giornata lavorativa. Ma anche per evitare di portare nelle aziende le tensioni sociali, che in questa fase non hanno alcuna responsabilità rispetto ad un contenzioso che abbiamo con il Governo sui contenuti della manovra economica”.
Giampiero Guadagni