Sse i tagli non hanno al momento ricadute sui cittadini, visto che siamo in estate e al momento l’offerta resta comunque superiore alla domanda, si guarda con apprensione all'inverno. I depositi sono pieni al 54%, ma bisogna arrivare al 90% e l'aumento dei prezzi ha portato le aziende - che in tempi normali d'estate acquistano il gas a prezzo più basso e quello extra lo immagazzinano - ad un rallentamento del mercato degli stoccaggi, con gli incentivi introdotti nei mesi scorsi che ora non bastano più. Per mettere in sicurezza l'inverno si sta ragionando su una serie di possibili interventi che vanno dall'introduzione di nuovi incentivi (si guarda in particolare alla Germania, che offre un ampio spettro di garanzie pubbliche) alla moral suasion sulle grandi aziende fornitrici (come Eni, Enel, Edison, le utility locali). Non è escluso che, insieme agli altri, possa dare un ulteriore contributo anche il gestore della rete Snam, che ad aprile aveva contribuito a far partire la campagna di immissione negli stoccaggi con 700 milioni di metri cubi. C'è inoltre il nodo del tetto al prezzo del gas, misura su cui spinge Draghi e che sarà sul tavolo del Consiglio europeo del 23-24 giugno. Si punta poi sulla diversificazione, con l'Eni che oltre ai nuovi accordi con l'Algeria, ha avviato una partnership strategica con il Qatar sul gnl che aumenterà la disponibilità di gas sul mercato. Su un fronte parallelo, intanto, il governo lavora anche ai prossimi interventi per andare in soccorso di famiglie e imprese sul caro-energia: oltre al rinnovo per un altro trimestre del taglio degli oneri di sistema in bolletta, si lavora alla proroga (probabilmente per tutta l'estate) del taglio delle accise sulla benzina in scadenza l'8 luglio. Tra le ipotesi, anche un possibile ”sconto rafforzato”, superiore a quello attuale da 30 centesimi (compresa Iva): se lo si portasse a 35 centesimi, servirebbero risorse per circa 1,2 miliardi al mese, a fronte del miliardo della misura attuale. Complessivamente al Governo dovrebbero servire risorse per circa 4-6 miliardi, che non si esclude possano arrivare dall'extra gettito Iva.
Non solo carenza di gas ed elettricità più cara per l’Italia: l’allarme siccità - di natura economica ma anche energetica - si sta facendo sempre più serio con il passare delle settimane. Con l’esaurimento delle fonti d’acqua, i livelli dei bacini idroelettrici italiani sono ai minimi storici. La produzione di questa energia, che normalmente fornisce il 15% del fabbisogno del Paese, quest’anno è in calo del 50% rispetto al 2021. Il Governo valuta misure per far fronte anche a questa emergenza: in settimana riunione con il ministro delle Politiche Agricole Patuanelli (per il quale è inevitabile dichiarare uno stato di crisi”, il ministro della Transizione ecologica Cingolani e il capo del Dipartimento della Protezione Civile Curcio.
Giampiero Guadagni