Venerdì 22 novembre 2024, ore 6:19

Manovra 

La Cisl disturba il manovratore 

Arriverà entro fine settimana alla Camera il testo della manovra, che sale a 91 articoli.
Nella prima bozza dell'articolato c'è la conferma del taglio del cuneo con una proroga della misura attuale per tutto il 2024.
Previsto poi un adeguamento pieno all'inflazione per le pensioni fino a 4 volte il minimo, sotto cioè 2.000 euro circa, al 90% per quelle tra 4 e 5 volte il minimo, e al 22% (con un taglio rispetto al 32% delle norme in vigore quest'anno) per quelle più alte, ovvero sopra 10 volte il minimo, pari a circa 5.000 euro al mese. La nuova indicizzazione sale quindi dall'85% al 90% per gli assegni tra 4 e 5 volte il minimo (tra 2.000-2.500 euro circa); viene confermata al 53% per gli assegni pari a 5-6 volte il minimo; al 47% per quelli tra 6 e 8 volte; al 37% per quelli tra 8 e 10 volte. Viene infine ridotta dal 32% al 22% per i trattamenti superiori a 10 volte il minimo.
Per i lavoratori che hanno cominciato a versare contributi dal 1996 sale l'importo minimo maturato necessario per poter accedere alla pensione tre anni prima dell'età di vecchiaia. La soglia a fronte di almeno 20 anni di contributi versati sale da 2,8 a 3,3 volte l'assegno sociale. In pratica, secondo i valori riferiti al 2023 da 1.409 euro a 1.660. Salta invece il limite di 1,5 volte l'assegno sociale per l'accesso alla pensione a 67 anni una volta raggiunti i 20 anni di contributi. Basterà avere raggiunto l'importo dell'assegno sociale (503,27 euro nel 2023).
Sarà possibile accedere all'Ape sociale per tutto il 2024. Per i disoccupati, le persone con invalidità almeno del 74%, i lavoratori impegnati in attività gravose e i lavoratori che assistono persone con handicap in situazione di gravità si potrà accedere allo strumento con almeno 63 anni e cinque mesi.
Arriva Quota 104 ”penalizzata” per la pensione anticipata con almeno 63 anni di età (erano 62 nel 2023) e 41 anni di contributi: chi deciderà di accedere alla pensione con questo strumento avrà una riduzione dell'importo relativo alla quota retributiva legato all'età di uscita.
Le donne lavoratrici che hanno raggiunto almeno 35 anni di contributi entro il 2023 potranno accedere alla pensione con Opzione donna purché abbiano compiuto 61 anni, requisito ridotto di un anno per ogni figlio fino a un massimo di due. L'importo della pensione sarà ricalcolato interamente con il metodo contributivo. Restano le restrizioni previste nel 2023 (bisogna essere disoccupate, care giver o con una invalidità almeno del 74%) così come la finestra mobile di un anno per le dipendenti e 18 mesi per le autonome una volta raggiunti i requisiti per ottenere l'assegno.
Quanto alla sanità, la bozza prevede che il livello del finanziamento del fabbisogno sanitario nazionale è incrementato di 3 miliardi per il 2024, 4 miliardi per il 2025 e 4,2 miliardi a decorrere dal 2026. In tale cifra sono però compresi 300 milioni destinati alla Sicilia per il 2023.
Nuove risorse pari a 8 miliardi in due anni per la nuova tornata 2022-24 di rinnovi contrattuali della pubblica amministrazione.
E ancora: per il 2024 la soglia di esenzione fiscale dei fringe benefit (pari a 258 euro) viene portata a 1.000 euro per tutti i lavoratori dipendenti e a 2.000 euro per quelli con figli fiscalmente a carico.
In arrivo 200 milioni di euro nel 2024 per finanziare il fondo per l'accoglienza dei migranti che va a sostegno anche dei comuni coinvolti e a favore dei minori non accompagnati. E
Capitolo natalità. Sgravio contributivo al 100% fino comunque a un massimo di 3000 euro annui, senza limiti di reddito, quindi per tutte le lavoratrici madri a esclusione del lavoro domestico.
Nuove risorse per la carta ”Dedicata a te”. Il fondo nato con la scorsa legge di bilancio destinato all'acquisito di beni alimentari di prima necessità per chi ha un Isee pari o inferiore a 15.000 euro, viene rifinanziato nel 2024 con 600 milioni di euro.
Commenta il leader della Cisl Sbarra: ”Lo sbandamento del Governo sul cuneo, con l'ipotesi di una forte riduzione dei tagli tra 15 e 35 mila euro di reddito, non ci è piaciuto per niente. La questione, ora rientrata e tornata alla formula del 2023 grazie all'intervento diretto della Cisl, desta comunque preoccupazione”. Infatti ”non vorremmo che lo stesso metodo fosse utilizzato anche in altre materie, con modifiche tanto rilevanti quanto arbitrarie, scomposte, in netta contraddizione con quanto negoziato con il sindacato e annunciato dallo stesso Governo. Sia ben chiaro già da ora che se l'Esecutivo intende spezzare gli affidamenti sociali, la mobilitazione della Cisl non si farà attendere”.
Giampiero Guadagni

( 24 ottobre 2023 )

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