A complicare il cammino del governo, reso già difficile dalle schermaglie tra alleati, arriva anche il Fondo monetario internazionale. Prima che il Consiglio dei Ministri si riunisca per esaminare il Def, da Washington piovono le stime che certificano il malessere profondo dell’economia italiana.
Secondo l’Fmi nel 2019 il Pil crescerà solo dello 0,1%, ben al di sotto delle previsioni formulate a gennaio (+ 0,6%), per poi intraprendere una parziale risalita nel 2020 (+ 0,9%). Paghiamo cari l’aumento dello spread ed il ristagno dei consumi interni. Ma si intuisce che le cose potrebbero andare anche peggio qualora scattassero le clausole di salvaguardia ed il conseguente rincaro dell’Iva.
Il rallentamento si inscrive in un quadro internazionale segnato da profonde incertezze, al centro del quale c’è un’Europa ferita dalla Brexit che aspetta con il fiato sospeso il voto di maggio. Segue l’Italia, menzionata dal Fondo tra le incognite principali: ”Una prolungata incertezza di bilancio e elevati spread in Italia, soprattutto se associati a una più profonda recessione, potrebbero avere ricadute negative sulle altre economie dell’area euro”.
Come sempre, osservato speciale è il debito, il cui rapporto rispetto al Pil dovrebbe lievitare al 133,4% nel 2019 (era al 132,1% nel 2018) e di lì spiccare il volo: 134,1% nel 2020, addirittura 138,5% nel 2024 senza interventi correttivi. Una progressione da brividi ma inevitabile considerando il livello del deficit, atteso nel 2019 al 2,7% e nel 2020 al 3,4%.
( Articolo integrale domani su Conquiste Tabloid)