Il segretario generale della Cisl Sbarra giudica ”importante” l’incontro, che ”darà sicuramente frutti se si trasforma in un cammino partecipato, condiviso nella prospettiva di definire una intesa trilaterale: Governo, associazioni datoriali, sindacati per contrastare e contenere l'inflazione, combattere il caro vita e in questo modo salvaguardare il potere di acquisto di salari e retribuzioni e pensioni”. Il Governo, aggiunge Sbarra, ”è impegnato in questo protocollo nell’ultimo trimestre con alcune grandi aziende dei beni alimentari, è un intervento che noi condividiamo ma bisogna allargare la governance, rendendola più partecipata con le organizzazioni sindacali e le associazioni dei consumatori e bisogna ulteriormente allargare il perimetro delle aziende, non solo quelli dei beni alimentari ma pensiamo a tutto il tema dell'energia, del carburante, del trasporto areo, del trasporto pubblico locale, delle editoria di problemi legati agli affitti e alla casa”. La Cisl ha chiesto una cabina di regia nazionale, aperta alle parti sociali. L’obiettivo ”è attivare misure che sostengano il potere di acquisto dei lavoratori, dei dipendenti, dei pensionati, delle famiglie i cui redditi sono soffocati dall'inflazione e dal caro vita”. Oltre alle misure immediate di proroghe di alcuni interventi, lo sguardo è rivolto alla prossima legge di stabilità. In questo senso ”diventano centrali la proroga strutturale del taglio del cuneo contributivo, la detassazione delle tredicesime per i lavoratori dipendenti e per i pensionati con un meccanismo a scaglione, la piena indicizzazione delle pensioni, l’azzeramento del peso delle tasse sulla contrattazione di secondo livello, il sostegno alle famiglie e il rinnovo dei contratti”.
Dalla Cgil giudizio negativo: ”Non è appellandosi al buon cuore delle imprese attraverso protocolli volontari, non vincolanti e generici che si affronta un problema di inflazione da profitti che sta impoverendo milioni di lavoratori”, sostiene il segretario confederale Ferrari. ”Hanno rivendicato i provvedimenti assunti finora e hanno prospettato questo trimestre anti inflazione, che noi giudiciamo insufficiente. Per noi un'inflazione di questi tipo che sta mangiando tra il 15 e il 20% del potere d'acquisto da due anni a questa parte di milioni di persone va affrontata tassando gli extraprofitti, molto di più rispetto al provvedimento parziale che è stato fatto sulle banche: bisogna tassare gli extraprofitti di tutti i settori, conseguiti nella crisi pandemica, energetica e inflattiva”.
Per la segretaria confederale Uil Veronese ”bene la proroga dei bonus già esistenti puntando sui redditi medio bassi; ma ci sono tantissime famiglie e lavoratori dipendenti e pensionati che stanno a redditi medi ma che fanno fatica con il caro carburante, il caro energia, il caro libri scolastici e il caro mutui con un aumento generalizzato e le misure che si prospettano non sono misure per noi sufficienti”.
Intanto l'Istat conferma il tasso di crescita del Pil nel 2022, pari al 3,7%, mentre rivede al rialzo di 1,3 punti percentuali la crescita del 2021, in salita all'8,3%. L'istituto aggiorna i conti economici nazionali rispetto alle stime di aprile. Sempre per il 2022 l'indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche in rapporto al Pil è stato pari a -8,0% (-8,8% nel 2021), invariato rispetto alla stima di aprile. Secondo l'Istat, il saldo primario, ovvero l'indebitamento netto meno la spesa per gli interessi, risulta pari a -3,8% del Pil. L'indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche è risultato pari al -8% del Pil, in miglioramento rispetto al 2021, soprattutto per effetto del buon andamento delle entrate e del più contenuto aumento delle uscite. Inoltre, sempre a seguito della revisione dei conti, il rapporto debito/Pil nel 2022 passa da 144,7% a 141,6%, mentre quello del 2021 passa da 149,8% a 147%.
In particolare, nel 2022 il Pil ai prezzi di mercato risulta pari a 946.479 milioni di euro correnti, con una revisione al rialzo di 37.325 milioni rispetto alla stima di aprile scorso. Per il 2021 il livello del Pil risulta rivisto verso l'alto di 34.670 milioni di euro. La stima aggiornata dei conti economici nazionali segnala che nel 2022 gli investimenti fissi lordi sono aumentati in volume del 9,7%, i consumi finali nazionali del 3,9%, le esportazioni di beni e servizi del 9,9% e le importazioni del 12,4%. Inoltre, spiega l'istituto nel report, il valore aggiunto in volume nel 2022 è diminuito dello 0,2% nell'industria in senso stretto e del 2,1% nel settore dell'agricoltura, silvicoltura e pesca. Mentre è aumentato del 10,1% nelle costruzioni e del 4,5% nel settore dei servizi.
In conferenza stampa il capo della direzione per la contabilità nazionale dell'Istat, Giovanni Savio, ha anche parlato degli effetti della spesa del Superbonus nel 2022. E ha spiegato che l'anno scorso la spesa per il Superbonus ”ha annullato i miliardi che erano stati portati dalla revisione” dei conti che ha migliorato di 0,2 punti il deficit nel 2021. La spesa per il superbonus nel 2022 è stata pari al 2,8% del pil, cioè circa 54 miliardi di euro, che vanno a pesare sul deficit. L’impatto diretto, viene sottolineato, è sull'indebitamento e non sul debito pubblico. La stima dei superbonus ”può impattare sui dati del 2023 e ha già impattato in parte sui dati diffusi oggi del 2022”; ma ”ci sono molti elementi che possono concorrere al risultato finale del rapporto deficit/pil”.
Numeri e valutazioni, quelle dell’Istat, raccolte in modo diverso da maggioranza e opposizione.
Per Fratelli d’Italia, si tratta infatti della conferma del buon lavoro fatto dal Governo su cui pende però la spada di Damocle del Superbonus. Misura difesa invece strenuamente da chi ne aveva fatto una bandiera nella precedente legislatura, cioè il Movimento 5 Stelle.
Giampiero Guadagni