Ad aprile 2019 l'Istat rileva per la produzione industriale la seconda flessione congiunturale, dopo gli aumenti di inizio anno, con un calo dello 0,7% da marzo. Su base annua la contrazione è dell'1,5% dell'indice corretto per gli effetti di calendario, che non stima il possibile impatto del ponte tra Pasqua e 25 aprile. In particolare, la produzione italiana di autoveicoli diminuisce del 17,1% rispetto all'anno precedente.
Commenta la leader Cisl Furlan: ”Il calo registrato dall’Istat è l’ennesimo dato negativo per la nostra economia. E' evidente che le rappresentanze sociali tutte, quelle delle imprese e quelle del lavoro, oggi hanno molti punti in comune per l'analisi della situazione attuale”. Insomma, ”siamo drammaticamente a crescita zero e questo era stato confermato anche nel Def dopo mesi di negazione da parte del governo. Chi rappresenta il lavoro e non ha l’ansia della continue elezioni ha più volte segnalato che ordini e produzione industriale erano in flessione”. Furlan ha anche ricordato che già a dicembre Cgil, Cisl e Uil avevano detto al premier che ”le misure utili a sostenere la crescita non erano evidenti nelle bozze di finanziaria, ma siamo stati del tutti inascoltati dato che nella finanziaria si parla di tutto meno che di crescita. E adesso tutti i nodi stanno venendo al pettine”. Secondo Furlan ”la prossima manovra finanziaria sarà apocalittica, avremo un autunno caldo molto complesso”. La numero uno di Via Po ha ricordato i 23 miliardi necessari per sterilizzare l'aumento dell'Iva, i 10 della mancata crescita, altrettanti per finanziare Quota 100 ed il reddito di cittadinanza, i 30 per la Flat tax. Questo in un Paese in cui elusione ed evasione fiscale raggiungono i 150 miliardi ed altri 50 sono assorbiti dalla corruzione”. Inoltre, ”abbiamo al Mise 150 vertenze aperte. Ogni giorno se ne aggiunge un’altra. Ecco perché il mancato accordo di fusione fra Fca e Renault è stato una occasione sprecata. Con la fusione ci sarebbe stata la possibilità straordinaria di creare un grandissimo player internazionale in un settore strategico per la crescita davvero rilevante a livello europeo. Si è persa una occasione storica per far progredire queste tre grandi aziende alle prese da tempo con problemi simili, adducendo una serie di giustificazioni che nulla hanno a che vedere con il futuro del mercato dell’auto. Da un lato abbiamo avuto il protezionismo del governo francese, molto europeista a parole ma non a fatti, vedi anche il caso di Fincantieri”. “Dall'altro - ha aggiunto Furlan - il nostro governo non si è accorto di quello che stava avvenendo, assolutamente distratto dalla campagna elettorale. Non è così - ha concluso - che si sostiene l'industria nazionale".
La leader della Cisl ha detto di ritenere che oggi "ci sia assolutamente bisogno di unità sindacale" ma che essa debba "nascere da basso, non da un gruppo dirigente che si riunisce e distribuisce gli incarichi. E' l'unico modo per arrivare a risultati positivi - ha aggiunto - a cominciare dai luoghi di lavoro”.
Furlan ha infine ricordato la manifestazione nazionale unitaria per il Sud in programma a Reggio Calabria il prossimo 22 giugno.