Il nuovo calo della produzione industriale stimato dall’Istat a marzo, che diminuisce dello 0,9% rispetto a febbraio, preoccupa il sindacato. Anche se nella media del primo trimestre dell'anno il livello destagionalizzato della produzione aumenta dell'1% rispetto al trimestre precedente, la Cisl invita a fare ”attenzione alle illusioni ottiche”. I dati dell'Istat - afferma il segretario generale aggiunto Cisl, Luigi Sbarra - evidenziano alcuni progressi, che però si collocano in un contesto di perdurante e grave arretramento generale”. Perciò, aggiunge, ”non c'è davvero da festeggiare, piuttosto serve un cambio di marcia da parte del Governo". Poichè, spiega Sbarra, ”resta in grande affanno la generalità del tessuto produttivo, dai consumi intermedi all'energia, fino ad arrivare alla grande industria, e in particolare alla produzione dell'auto, che nel mese di marzo precipita del 14%. Uno scenario - sottolinea il sindacalista - che dovrebbe destare non gli entusiasmi, ma l'attenzione di un Governo che continua a restare immobile sulla partita degli investimenti produttivi. Il baricentro della spesa pubblica - aggiunge - va spostato sui nodi infrastrutturali che frenano la produttività”. Ma occorre, anche, ripristinare ”leve di vantaggio accessibili anche alle Pmi e orientate agli investimenti in buona occupazione, ricerca e sviluppo, innovazione, competenze e formazione”. ”Il Decreto Crescita - rileva Sbarra - ha una impostazione attendista, debole, insufficiente rispetto all’obiettivo di rilanciare la politica economica e occupazionale del nostro paese. C'è un Progetto industria da riavviare insieme alle Parti sociali. Il Governo - conclude - non perda altro tempo e apra una nuova fase di confronto".