Lo scorso anno l'occupazione ha continuato a crescere in ogni ripartizione, più intensamente nel Mezzogiorno; vi hanno influito gli sgravi contributivi, la ripresa degli investimenti pubblici e la fine del blocco del turnover del personale nella Pubblica amministrazione. È proseguito anche l'aumento della partecipazione al mercato del lavoro, in particolare nel Mezzogiorno e nel Nord Est. Il tasso di disoccupazione è diminuito ovunque. Nel 2023 i conti delle Amministrazioni locali sono migliorati. La spesa per investimenti ha accelerato, sostenuta in particolare dall'impiego nel Mezzogiorno dei fondi di coesione europei del ciclo di programmazione 2014-20, in via di completamento, e dalla progressiva realizzazione dei progetti connessi con il Pnrr.
A pesare sull'economia del Paese sarà l'ormai inarrestabile calo demografico:tra il 2023 e il 2043 in Italia la popolazione residente si contrarrebbe del 4,3%, riflettendo una lieve crescita nel Nord (0,9%), più che compensata da un ampio calo al Centro e, in particolare, nel Mezzogiorno (rispettivamente del 3,6 e dell'11,9%). Il calo sarà ancora più marcato per la popolazione in età da lavoro: il numero delle persone tra 15 e 64 anni diminuirebbe in media di oltre il 16%, con andamenti differenziati fra le diverse macroaree: -11% nel Nord, -16 al Centro e -24 nel Mezzogiorno.
Giampiero Guadagni