La manovra mette in campo provvedimenti per 35 miliardi di euro, di cui 21 destinati alle misure contro il caro energia. Un testo, dunque, che prova a misurarsi con lo scenario geopolitico ed economico legato al conflitto in corso in Ucraina da 10 mesi, che ha portato alla corsa dell’inflazione. Un contesto così variabile che il Governo ha già specificato a fine marzo potrebbe esserci bisogno di nuovi interventi sull’energia.
Ma la discussione in Commissione si è concentrata soprattutto sulle misure legate al resto delle risorse. La maggioranza parla di una manovra per far ripartire il Paese, le opposizioni di un testo che taglia risorse ai più poveri.
Nel merito. Cambia la norma della manovra che rivede per il 2023 e 2024 la rivalutazione automatica delle pensioni: sale dall’80 all’85% la rivalutazione per gli assegni tra 4 e 5 volte il minimo (circa 2.000-2.500 euro), mentre per le pensioni più alte gli scaglioni vengono rivisti con una riduzione della percentuale. Salgono a 600 euro per le pensioni minime degli over 75. Nel 2023 si potrà andare in pensione con 41 anni di contributi e 62 anni di età (quota 103). Previsto un incentivo per chi resta al lavoro. Cambia Opzione donna, che sale a 60 anni (ma riducibili di un anno per ogni figlio e nel limite massimo di 2 anni), ma solo per tre categorie di lavoratrici svantaggiate. Confermata l’Ape sociale per i lavori usuranti.
Nel 2023 il Reddito di cittadinanza sarà riconosciuto agli occupabili fino a 7 mensilità. Sale inoltre da 6 a 8 mila euro la soglia massima per l’esonero dal versamento dei contributi per chi assume i beneficiari del reddito. La ministra del Lavoro Calderone fa sapere: il Governo interverrà a gennaio con un decreto su reddito di cittadinanza e politiche attive. Parte intanto la sperimentazione nelle città metropolitane del ”reddito alimentare” da destinare a chi è in povertà assoluta. Lo prevede un emendamento del Pd approvato. Con un fondo da 1,5 milioni nel 2023 e 2 milioni nel 2024 saranno distribuiti pacchi realizzati con i prodotti invenduti della distribuzione alimentare ”da prenotare mediante un’applicazione e ritirare presso uno dei centri di distribuzione ovvero ricevere nel caso di categorie fragili”. In un decreto del ministero del Lavoro, da emanare entro 60 giorni, verranno definiti modalità attuative, platea e coinvolgimento del terzo settore.
E ancora: esteso il cuneo fiscale. Sale infatti da 20 a 25 mila euro il tetto retributivo per ottenere lo sgravio contributivo. I lavoratori fragili potranno lavorare in smart working, sia nel pubblico sia nel privato, fino al 31 marzo, anche esercitando - se necessario - un'altra mansione. Non citati invece i genitori di figli under14.
Tornano le multe per i commercianti che rifiutano di accettare pagamenti con carte e bancomat. Approvato infatti l’emendamento che sopprime la modifica introdotta nella stessa legge di bilancio con cui si introduceva un tetto di 60 euro entro il quale i commercianti avrebbero potuto rifiutare transazioni col pos senza incorrere in sanzioni.
Spazio anche a due provvedimenti che inizialmente dovevano essere contenute nel Dl Aiuti quater: la proroga fino al 31 dicembre del termine per presentare le Cila asseverate per il superbonus; e la rateizzazione dei debiti (circa 900 milioni) delle società sportive, la cosiddetta norma ”salva calcio” che ha acceso lo scontro tra le parti.
Commenta il segretario generale della Cisl Sbarra: “L'impegno dichiarato dal Governo a modificare la legge di Bilancio include importanti miglioramenti coerenti con le proposte emendative presentate dalla Cisl al presidente Meloni nel vertice del 7 dicembre, come pure ai gruppi parlamentari e ai partiti negli incontri che abbiamo tenuto nei giorni scorsi”. Per Sbarra in particolare “è apprezzabile la volontà annunciata di incrementare l'indicizzazione delle pensioni tra 4 e 5 volte il trattamento minimo, di estendere a 25mila euro l'ulteriore punto sul cuneo fiscale e di innalzare da 6mila a 8mila euro l'esonero contributivo per la stabilizzazioni e le assunzioni di giovani e donne”. Inoltre è “fondamentale l'inclusione dei padri nella disciplina sui congedi parentali e, nel pacchetto famiglia, il potenziamento dell'assegno unico. Avanzamenti che abbiamo conquistato attraverso il confronto e che dimostrano come la via del dialogo e della responsabilità sia quella capace di produrre risultati concreti contro le sirene della demagogia e della contrapposizione sterile”.
Giampiero Guadagni