Cala, anche nel primo trimestre del 2021, la spesa per consumi delle famiglie. Le stime preliminari del primo trimestre 2021 mostrano che le misure di contenimento alla diffusione del Covid-19 hanno prodotto un ulteriore calo di circa il 3,4% della spesa media mensile rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. L’Istat rileva una contrazione del 9% nel 2020 rispetto al 2019, ma se si esclude la spesa per l'affitto il calo è più marcato e nell’ordine del 12,2%. Si tratta della contrazione più accentuata dal 1997 (anno di inizio della serie storica), che riporta il dato medio di spesa corrente al livello del 2000. Nel biennio 2012-2013, quando si registrò la flessione più ampia, il calo rispetto al 2011 era stato complessivamente del 6,4%.
Nello specifico, rispetto al 2019, rimangono sostanzialmente invariate la spesa per alimentari e bevande analcoliche (468 euro al mese) e quella per abitazione, acqua, elettricità e altri combustibili, manutenzione ordinaria e straordinaria (893 euro mensili, di cui 587 euro di affitti figurativi). La spesa per tutti gli altri capitoli, che nel 2020 valeva complessivamente 967 euro al mese, scende invece del 19,3% rispetto ai 1.200 euro del 2019.
Le diminuzioni più drastiche riguardano naturalmente i capitoli di spesa sui quali le misure di contenimento hanno agito maggiormente e in maniera diretta: servizi ricettivi e di ristorazione e ricreazione, spettacoli e cultura, seguiti da capitoli fortemente penalizzati dalla limitazione alla circolazione e alla socialità, come trasporti e abbigliamento e calzature.
Il calo delle spese delle famiglie è diffuso su tutto il territorio nazionale, ma la sua articolazione sembra risentire delle differenze territoriali nella diffusione del Covid-19 e nelle misure di contrasto adottate: più intenso dunque nel Nord Italia.
Giampiero Guadagni