Da parte sua il ministero dell’Economia osserva che questo ”notevole incremento” si è verificato ”in un contesto di grande difficoltà per via della guerra in Ucraina, dell’impennata dei prezzi internazionali dell’energia e dei prodotti alimentari e del rialzo dei tassi di interesse a livello globale”. La crescita annuale acquisita (vale a dire l’evoluzione che si registrerebbe se il Pil restasse invariato nella seconda metà dell'anno) è pari al 3,4%, superiore al 3,1% previsto nel Def”, nota il Mef che aggiunge: ”L'ulteriore rafforzamento dell’attività nel settore dei servizi è stato favorito dall'eliminazione della gran parte delle misure restrittive legate al Covid-19”. E a proposito: ”Il recupero dalla crisi causata dalla pandemia può dirsi completato, giacché il Pil nel secondo trimestre è risultato nettamente superiore al livello medio del 2019”. Ora ”è necessario continuare a sostenere il potere d'acquisto delle famiglie e la competitività delle imprese nella seconda metà dell'anno, nonché proseguire nell'opera di attuazione del Pnrr e di impulso agli investimenti e all'innovazione”.
Anche perché l’inflazione non abbassa la testa. L’Istat registra un leggerissimo rallentamento (a luglio + 7,9% su base annua, contro il +8% registrato a giugno). Ma è forte la crescita dei prezzi del ”carrello della spesa”, che a luglio si porta a +9,1%, registrando un aumento che non si osservava da settembre 1984. Il rallentamento dei prezzi dei beni energetici che si registra a luglio non frena l'onda lunga delle tensioni inflazionistiche che si stanno diffondendo agli altri comparti merceologici: la crescita dei prezzi degli Alimentari lavorati, dei Beni durevoli e non, dei Servizi relativi ai trasporti e dei Servizi.
Un altro segnale positivo arriva dal mercato del lavoro: sono 285 mila i lavoratori ricercati dalle imprese per il mese di agosto e circa 1,3 milioni per l’intero trimestre agosto-ottobre. Rispetto a un anno fa le previsioni delle imprese sono in crescita con +27 mila assunzioni programmate nel mese (+10,8%) e +70 mila nel trimestre (+5,7%). Il confronto con il mese precedente registra una flessione della domanda di lavoro dovuta alla naturale stagionalità (-221 mila entrate). Questo lo scenario che emerge dal Bollettino del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal. Le previsioni delle imprese appaiono, in ogni caso, condizionate anche dalle crescenti incertezze per il perdurare della guerra in Ucraina, per l’aumento dell’inflazione e per le mutate condizioni di accesso al credito definite con il rialzo dei tassi di interesse nell’area euro. Contemporaneamente cresce ancora la difficoltà di reperimento che riguarda il 41,6% delle assunzioni programmate, in aumento di quasi 9 punti percentuali rispetto ad agosto 2021 quando il mismatch tra domanda e offerta di lavoro riguardava il 32,7% dei profili ricercati.
Giampiero Guadagni