Venerdì 22 novembre 2024, ore 7:00

Economia 

Il confronto fa crescere  

Torna a correre il Pil. Nel secondo trimestre dell’anno infatti l’economia italiana ha fatto registrare una crescita dell’1% in termini congiunturali e del 4,6% in termini tendenziali. Lo comunica l'Istat, sottolineando che la fase espansiva del Pil prosegue per il sesto trimestre consecutivo, in accelerazione rispetto al primo trimestre dell’anno, quando la crescita era risultata lievemente positiva. La crescita acquisita per il 2022 è pari al 3,4%. L'istituto di statistica rimarca ”la natura provvisoria di questa stima, che riflette dal lato della produzione un calo dell’agricoltura e una crescita sia nell’industria sia nei servizi”.
Da parte sua il ministero dell’Economia osserva che questo ”notevole incremento” si è verificato ”in un contesto di grande difficoltà per via della guerra in Ucraina, dell’impennata dei prezzi internazionali dell’energia e dei prodotti alimentari e del rialzo dei tassi di interesse a livello globale”. La crescita annuale acquisita (vale a dire l’evoluzione che si registrerebbe se il Pil restasse invariato nella seconda metà dell'anno) è pari al 3,4%, superiore al 3,1% previsto nel Def”, nota il Mef che aggiunge: ”L'ulteriore rafforzamento dell’attività nel settore dei servizi è stato favorito dall'eliminazione della gran parte delle misure restrittive legate al Covid-19”. E a proposito: ”Il recupero dalla crisi causata dalla pandemia può dirsi completato, giacché il Pil nel secondo trimestre è risultato nettamente superiore al livello medio del 2019”. Ora ”è necessario continuare a sostenere il potere d'acquisto delle famiglie e la competitività delle imprese nella seconda metà dell'anno, nonché proseguire nell'opera di attuazione del Pnrr e di impulso agli investimenti e all'innovazione”.
Anche perché l’inflazione non abbassa la testa. L’Istat registra un leggerissimo rallentamento (a luglio + 7,9% su base annua, contro il +8% registrato a giugno). Ma è forte la crescita dei prezzi del ”carrello della spesa”, che a luglio si porta a +9,1%, registrando un aumento che non si osservava da settembre 1984. Il rallentamento dei prezzi dei beni energetici che si registra a luglio non frena l'onda lunga delle tensioni inflazionistiche che si stanno diffondendo agli altri comparti merceologici: la crescita dei prezzi degli Alimentari lavorati, dei Beni durevoli e non, dei Servizi relativi ai trasporti e dei Servizi.
Un altro segnale positivo arriva dal mercato del lavoro: sono 285 mila i lavoratori ricercati dalle imprese per il mese di agosto e circa 1,3 milioni per l’intero trimestre agosto-ottobre. Rispetto a un anno fa le previsioni delle imprese sono in crescita con +27 mila assunzioni programmate nel mese (+10,8%) e +70 mila nel trimestre (+5,7%). Il confronto con il mese precedente registra una flessione della domanda di lavoro dovuta alla naturale stagionalità (-221 mila entrate). Questo lo scenario che emerge dal Bollettino del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal. Le previsioni delle imprese appaiono, in ogni caso, condizionate anche dalle crescenti incertezze per il perdurare della guerra in Ucraina, per l’aumento dell’inflazione e per le mutate condizioni di accesso al credito definite con il rialzo dei tassi di interesse nell’area euro. Contemporaneamente cresce ancora la difficoltà di reperimento che riguarda il 41,6% delle assunzioni programmate, in aumento di quasi 9 punti percentuali rispetto ad agosto 2021 quando il mismatch tra domanda e offerta di lavoro riguardava il 32,7% dei profili ricercati.
Giampiero Guadagni

( 29 luglio 2022 )

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