Venerdì 22 novembre 2024, ore 9:18

Conti pubblici 

Famiglie, l’inflazione riduce il potere d'acquisto 

Il reddito lordo disponibile delle famiglie consumatrici è aumentato nel primo trimestre del 2,6% rispetto al trimestre precedente. Tuttavia, per effetto del generalizzato aumento dei prezzi, il potere d’acquisto è cresciuto soltanto dello +0,3%. Lo fa sapere l’Istat, secondo il quale la propensione al risparmio delle famiglie consumatrici è stata pari al 12,6% (+1,1 punti percentuali rispetto al quarto trimestre 2021), a fronte di una crescita della spesa per consumi finali più debole rispetto a quella del reddito disponibile (+1,4% e +2,6% rispettivamente).
Sempre nel primo trimestre, l'indebitamento delle amministrazioni pubbliche sul Pil si è marcatamente ridotto in termini tendenziali per il consistente aumento delle entrate, che ha più che compensato l'aumento delle uscite. La pressione fiscale si attesta al 38,4% del Pil, in aumento di 0,5 punti percentuali rispetto al primo trimestre del 2021.
Osserva il leader Cisl Sbarra: ”Servono misure immediate di sostegno al reddito di lavoratori, pensionati e famiglie, schiacciati dal potere d'acquisto per quasi 100 miliardi nel solo 2022. Chiediamo al Governo di convocarci per avviare un tavolo triangolare che permetta di governare le dinamiche dei prezzi e delle tariffe, di elevare retribuzioni e pensioni, di incrementare e redistribuire lavoro e produttività”. Richiamando la corsa dell'inflazione, Sbarra ha sottolineato la necessità di ”anticipare subito una riforma fiscale che abbatta il cuneo sul lato lavoro” e di ”permettere alle fasce deboli l’acquisto di beni in esenzione Iva”, oltre alla necessità di ”rinnovare ed innovare i contratti scaduti, introducendo nuovi sistemi di riallineamento all'inflazione reale, defiscalizzando gli accordi di produttività ed il welfare”.
Intanto il Governo è alle prese con il dl Aiuti sul quale pone la fiducia. In una nota, la vicesegretaria generale della Cgil Fracassi e i segretari confederali di Cisl e Uil Romani e Proietti sottolineano che ”il testo della legge di conversione non conterrà modifiche sostanziali all’indennità una tantum di 200 euro istituita al fine di fornire un sollievo al caro vita. Questo significa che, nonostante il sindacato abbia segnalato numerose criticità, essa rischia di non venire erogata proprio alle categorie più fragili e bisognose”. Infatti ”non ne avranno diritto i lavoratori precari, gli agricoli, i lavoratori dello spettacolo che abbiano meno di cinquanta giornate lavorate nel 2021. Così come non potranno percepirla tutti i lavoratori licenziati a giugno e senza contratto a luglio, e pensiamo ad esempio a tutti quei precari della scuola che nell’anno scolastico 21/22 hanno tenuto in piedi il sistema dell’istruzione, o a coloro che andranno in pensione al 1° luglio”. Allo stesso modo - proseguono Fracassi, Romani e Proietti - ”non riceveranno i 200 euro i disoccupati che hanno percepito la Naspi fino a maggio, così come tutti i lavoratori con contratti che non prevedono contribuzione, ad esempio stage e tirocini, i lavoratori delle Cooperative di tipo B che reinseriscono al lavoro le persone svantaggiate (parliamo quindi di disabili, minori in situazione di difficoltà familiare, detenuti ammessi alle misure alternative), i dottorandi e assegnisti di ricerca, i lavoratori socialmente utili, i lavoratori autonomi occasionali”. Inoltre ”non è stata neanche modificata l’ingiusta incompatibilità che limita ad una indennità per famiglia i soli nuclei percettori di reddito di cittadinanza”. Da questo bonus - concludono Fracassi, Romani, Proietti - sono state escluse soprattutto categorie che nei fatti risultano essere troppo povere o precarie per percepirlo. Che l’eccessiva povertà precluda il diritto ad una indennità finalizzata ad affrontare il caro vita non è solo una gigantesca ingiustizia, ma una situazione assurda ed inconcepibile. Chiediamo - concludono i tre dirigenti sindacali - che il Governo ponga rimedio a questa situazione con la stessa urgenza riservata ai temi che hanno determinato la necessità della questione di fiducia”.
Giampiero Guadagni

( 5 luglio 2022 )

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