Gli emendamenti depositati, in effetti, modificano ancora la manovra sotto numerosi aspetti. Ad esempio, sale da 800 a 1.000 euro il tetto delle detrazioni per le spese sostenute per frequentare le scuole paritarie (una delle richieste di Noi Moderati). Entrano nel testo anche due richieste della Lega. La prima è l'esclusione delle somme investite in start up e Pmi innovative dal tetto delle detrazioni. E c'è la conferma che resteranno escluse anche le spese sanitarie, gli interessi dei mutui e i premi assicurativi. La seconda richiesta era l'ampliamento della platea della flat tax per i lavoratori dipendenti: si amplierà da 30 a 35mila euro il tetto di reddito da lavoro dipendente sotto al quale si può accedere all'agevolazione per la parte di lavoro autonomo. Nonostante le critiche, non dovrebbe più cambiare la norma che equipara gli stipendi dei ministri non eletti a quelli dei colleghi parlamentari. Per le regioni arrivano nuove risorse da ripartire. Per potenziare i servizi sociali ci sarà un fondo straordinario di 45 milioni per il 2025. E per i comuni in difficoltà finanziaria vengono stanziati 5 milioni aggiuntivi sempre destinati ai servizi sociali.
Infine, viene inserita anche una norma per contrastare i cosiddetti ”furbetti della Naspi”: le istituzioni hanno registrato numerosi casi di dimissioni volontarie, nuove assunzioni e poi licenziamenti, molto spesso di breve durata o intermittenti, per ottenere la Naspi o evitare alle aziende di pagare il ticket di licenziamento. Ora vengono introdotti dei tempi minimi di lavoro nel nuovo impiego dopo le dimissioni volontarie. Dunque, da1 gennaio 2025 i lavoratori che hanno dato dimissioni volontarie da un lavoro a tempo indeterminato nei 12 mesi precedenti avranno diritto alla Naspi in caso di licenziamento da un nuovo impiego solo se hanno almeno 13 settimane di contribuzione dal nuovo impiego, perso il quale si richiede l'indennità. Lo prevede un emendamento dei relatori alla manovra.
Ieri la Commissione Bilancio ha approvato all'unanimità la riformulazione di un emendamento alla manovra presentato dalle opposizioni (prima firma Boschi) per rifinanziare il reddito di libertà per garantire l'effettiva indipendenza economica e l'emancipazione delle donne vittime di violenza. Il fondo viene incrementato di 1 milione di euro all'anno dal 2025.
Giampiero Guadagni