Lunedì 16 settembre 2024, ore 21:37

Istat 

Economia italiana, segnali contrastanti 

Leggera risalita dell’inflazione a luglio. Secondo le stime preliminari dell'Istat, questo mese l’aumento è dello 0,5% su base mensile e dell'1,3% su base annua, da +0,8% del mese precedente. Il rialzo si deve in primo luogo all'accelerazione su base tendenziale dei prezzi dei Beni energetici regolamentati e all'attenuarsi della flessione degli energetici non regolamentati. Un sostegno all'inflazione deriva inoltre dall'andamento dei prezzi dei Tabacchi e dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona.

Al contrario i prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona (il cosiddetto carrello della spesa) rallentano su base tendenziale (da +1,2% a +0,8%), come anche quelli dei prodotti ad alta frequenza d'acquisto (da +2,0% a +1,9%). L'inflazione acquisita per il 2024 è pari a +1,0% per l'indice generale e a +2,0% per la componente di fondo.

Sempre l’Istat fa sapere che a maggio il fatturato dell'industria, al netto dei fattori stagionali, diminuisce in termini congiunturali dello 0,9% in valore (-0,4 % in volume). Su base tendenziale a maggio il fatturato dell'industria registra una flessione sia in valore (-4,8%) sia in volume (-3,4%). Il fatturato dei servizi in valore ha registrato un calo congiunturale dello 0,6% e un aumento su base tendenziale dello 0,9%. Nei primi cinque mesi dell'anno si registra un aumento del fatturato dei servizi del 2,1% in valore e del 2,2% in volume con i servizi di alloggio e ristorazione che in volume registrano un +2,2% e le attività immobiliare un +5,5%.

Un segnale positivo arriva invece dal pil. L’economia italiana continua a marciare, anche se il passo nel secondo trimestre si fa leggermente più lento e spinge il Pil di +0,2%, ritoccando di 0,1 punti l'accelerata dei tre mesi precedenti. Ma la crescita c'è ed è continua da quattro trimestri, un risultato che disinnesca anche il calo inatteso della Germania (-0,1%) e contribuisce a sostenere il Pil della zona euro che chiude il trimestre a +0,3%, meglio delle attese. Il nuovo dato sulla crescita acquisita (+0,7%), ovvero la crescita che si avrebbe se nei prossimi due trimestri l'economia restasse al palo, basta a tenere viva la possibilità di raggiungere l'obiettivo dell'1% fissato dal Governo per quest'anno nel Def.

L'Istat mette in fila i dati a cui guardare per rimanere ottimisti. Primo, c'è ”la continuità della fase di espansione congiunturale” che, seppure di lieve entità, è superiore alle attese degli analisti che per il secondo trimestre si aspettavano un aumento di appena 0,1%. Secondo, se si guarda ad un orizzonte più ampio e alla cosiddetta 'crescita tendenziale', cioè quella che si ottiene confrontando il trimestre con lo stesso periodo dell'anno precedente, si vede un rafforzamento del tasso che sale allo 0,9%. Tutto merito della crescita del settore terziario che ha spinto il Pil, mentre industria e agricoltura, silvicoltura e pesca hanno dato contributi negativi, spiega l'istituto di statistica.

Per il leader della Cisl Sbarra la crescita del Pil nel secondo trimestre ”è un segnale positivo ed incoraggiante frutto anche del contributo quotidiano di milioni di lavoratori: si tratta ora di dare un ulteriore impulso alla crescita ed agli investimenti pubblici e privati, con nuove politiche industriali e infrastrutturali e con una più forte partecipazione dei lavoratori, rinnovando tutti i contratti aperti in modo da dare forza ai salari”. La prova decisiva sarà la prossima manovra. Ci sono misure sociali, economiche e fiscali imprescindibili a partire dalla conferma della riduzione del cuneo fiscale per le fasce medio-popolari e dell'accorpamento delle prime due aliquote Irpef. Continuità alla defiscalizzazione sui frutti della contrattazione decentrata, Fringe benefit, premi di risultato, accordi di produttività e welfare negoziato”. Inoltre ”la stagione dei rinnovi contrattuali deve proseguire per allineare i salari all'inflazione che, come si evince anche dai dati dell'Istat, trainata soprattutto dai costi dell'energia, continua a mordere il potere d'acquisto di milioni di famiglie”.

Giampiero Guadagni

 

 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 

( 31 luglio 2024 )

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