Nell’incontro si farà il punto sul Def (l’Istat anticiperà al 4 aprile l’attesa revisione delle stime del Pil 2021 propedeutica appunto alla messa a punto del quadro macroeconomico del Def). Sul tavolo probabilmente anche i temi previdenziali. Tutto questo nel contesto di un allarme inflazione sempre più forte e non solo in Italia. Ieri l’Eurostat ha reso noto che a marzo nell’area euro c’è stato un balzo superiore alle attese dei prezzi al consumo, che su base annua hanno raggiunto il 7,5% a fronte del più 5,9% di febbraio. Si tratta di un nuovo massimo dal lancio della valuta unica. Secondo l'ente di statistica comunitario, in un mese i prezzi sono saliti del 2,5% e con un nuovo forte rincaro sull'energia: più 12,5%. E proprio guardando all’energia, tornando alla dinamica dei prezzi su base annua il rincaro ha raggiunto a marzo il più 44,7%, a fronte del più 32% di febbraio.
Energia protagonista anche della crescita dell’interscambio commerciale dell’Italia con i Paesi extra Ue27, un aumento più ampio per le importazioni (+9,8%) rispetto alle esportazioni (+1,9%). Infatti, per l’import la crescita congiunturale mensile è determinata principalmente dall’energia (+23,7%). Su base annua l’export cresce del 21,0%, mentre l’import del 69,5%, sulla spinta ”eccezionalmente elevata” per l'energia (+228,2%).
”La convocazione dei sindacati è un segnale importante da parte del premier”, sottolinea il leader della Cisl Sbarra, per il quale ”occorre bloccare questa grave impennata inflattiva che sta penalizzando i redditi dei lavoratori, dei pensionati e di tante famiglie italiane, oltre a rallentare i consumi e la ripresa economica del Paese”. A distanza di 30 anni esatti dai grandi accordi anti inflazione che caratterizzarono quella stagione, oggi - ha aggiunto Sbarra nel suo intervento al Congresso regionale della Cisl Lombardia - si ripropone l’esigenza di un nuovo accordo sulla politica dei redditi. Il Governo, in questi ultimi mesi, ha adottato importanti misure legislative per sostenere le fasce deboli e le famiglie, tassando gli extra profitti delle aziende energetiche e reinvestendo parte delle entrate su extra gettito iva per ridurre il prezzo della bolletta energetica, del carburante e per salvaguardare alcuni settori industriali e comparti in difficoltà. Sono state misure doverose che vanno nella giusta direzione e che abbiamo apprezzato. Ma noi pensiamo che vadano rafforzate”. Ecco perché il sindacato sta chiedendo al Governo ed al Parlamento di ”valutare la possibilità, al fine di rendere ristori e sostegni permanenti e strutturali, di uno scostamento di bilancio. Servono maggiori risorse per aiutare lavoratori, pensionati, famiglie, imprese e settori economici in difficoltà. Noi consideriamo tutto questo debito buono perché solo cosi potremo attutire gli effetti dell'impennata dei prezzi e delle tariffe. La strada per noi resta quella di un patto sociale su una nuova politica dei redditi che passa, tra l'altro, da una riforma fiscale a sostegno dei reddito medio-popolari del lavoro e delle pensioni. Bisogna detassare i frutti della contrattazione di primo e secondo livello, ed in particolare gli accordi di produttività, a cui va tolto il criterio di incrementalità. Occorre fare politiche di crescita salariale e di vera redistribuzione del reddito a favore delle fasce deboli”. Conclude Sbarra: ”Serve una nuova politica industriale ed energetica ed un grande investimento sui fattori di produttività e sulla formazione accelerando gli investimenti previsti dal Pnrr”.
Giampiero Guadagni