Giovedì 21 novembre 2024, ore 20:47

Primo piano 

Dl Coesione in Cdm, per l’Italia risorse da 75 miliardi 

Misure per sostenere l'occupazione dei giovani, delle donne e di alcune categorie di lavoratori svantaggiati. ”Misure che prevedono la riduzione degli oneri contributivi per i nuovi assunti per due anni. Accanto alle misure per sostenere il lavoro dipendente sono previste specifiche disposizioni per favorire l'avvio di nuove attività distinte per il Centro-Nord e il Mezzogiorno”. Questo è quanto indicato dalla premier Meloni al tavolo con i sindacati, nell’incontro di lunedì sera a Palazzo Chigi in vista del decreto di riforma delle politiche di coesione che approda martedì mattina in Consiglio dei ministri e reca specifiche disposizioni in materia di lavoro.
Nell'ambito dell'attuazione della delega fiscale, il Governo porterà in Cdm un decreto legislativo che permetterà di erogare, nel mese di gennaio 2025, un'indennità di 100 euro a favore dei lavoratori dipendenti, con reddito complessivo non superiore a 28.000 euro con coniuge e almeno un figlio a carico, oppure per le famiglie monogenitoriali con un unico figlio a carico. Questo provvedimento, ha spiegato Meloni, ”rientra nel più ampio lavoro che il Governo ha portato avanti finora per difendere il potere d'acquisto delle famiglie e dei lavoratori, segnatamente quelli più esposti”.
La riforma delle politiche di coesione ”mira ad accelerare l'attuazione delle politiche di coesione che prevedono per la nostra nazione 75 miliardi di euro di cui 43 miliardi di risorse europee". Alle misure di sostegno all'occupazione ”si accompagnano azioni per riqualificare i lavoratori di grandi imprese in crisi per favorire l'incrocio tra domanda e offerta di lavoro”. Nello specifico il Governo intende sostenere la nascita di nuove imprese nel Mezzogiorno e nel Centro-Nord attraverso una misura dedicata ai soggetti attualmente disoccupati. ”L'obiettivo è quello di continuare a sostenere la crescita dell'occupazione, la riduzione della disoccupazione e degli inattivi”.
In precedenza la presidente del Consiglio aveva ricevuto una delegazione del Labour7, il formato che riunisce le organizzazioni sindacali delle Nazioni G7 e dell'UE. Gli esponenti sindacali hanno consegnato alla presidente Meloni una dichiarazione contenente le raccomandazioni ai Leader G7 in vista del vertice di Puglia del 13-15 giugno. La premier ha illustrato le prioritù della Presidenza italiana del G7 in materia di lavoro e politiche sociali, soffermandosi sui principali punti dell'agenda del vertice di giugno. In particolare, la Presidenza italiana intende porre l'accento sull'impatto dell'intelligenza artificiale sul lavoro e sull'impegno dell'Italia sul tema della formazione e aggiornamento professionale per favorire l'adattamento dei lavoratori alle transizioni in corso.
Nel corso dell’incontro Sbarra ha sottolineato: ”E’ positivo che agli incontri intergovernativi in vista del G7 sia stato affiancato un momento di confronto con le parti sindacali sulle politiche del lavoro. Un comune progetto è determinante per far avanzare modelli di sviluppo su binari di sostenibilità, partecipazione, crescita e produttività ben distribuite”. Di fronte ad uno scenario così instabile a livello globale e con tanti conflitti in corso, e davanti a epocali transizioni che se non governate minacciano tenuta dei posti di lavoro, salute dei lavoratori, stabilità delle democrazie, ”la Presidenza italiana è una grande opportunità per promuovere un cammino di inclusività, rilancio dello sviluppo, giuste transizioni, sostegno alla qualità del lavoro, maggiori investimenti sulla formazione e competenze, valorizzazione della contrattazione, aumento dei salari, dialogo sociale”.
Ancora prima si era svolto un incontro tra Governo, sindacati e commissari sull'ex Ilva. Sottolinea il segretario generale della Fim-Cisl Uiliano: “C'è una necessità di un intervento importante, nei prossimi giorni il Governo decreterà 150 milioni di finanziamento. Il piano è funzionale a dare le garanzie in Europa rispetto ai 320 milioni di prestito, tenta di produrre quanto più possibile da Afo 4 cerca di rimettere in sesto altri due altiforni, Afo 1 e 2. Per quanto ci riguarda, rispetto a un piano industriale che si occupa di arrivare a una definizione di 6 milioni di tonnellate e che dia le prospettive, è un approfondimento ulteriore da sviluppare". Aggiunge Uliano: “Quello che ci è stato presentato è funzionale a restituire il prestito che ci auguriamo l'Europa metta in cantiere, senza quello l'azienda non e' in grado di continuare. Non hanno parlato di esuberi ma di mantenimento dell'occupazione attuale. Per quest'anno, la produzione stimata di acciaio è stimata invece sulle circa 2 milioni di tonnellate”.
Giampiero Guadagni

( 29 aprile 2024 )

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