L'invecchiamento della popolazione ”fa immaginare un calo del 10% della forza lavoro al 2040”. Lo ha detto il commissario straordinario dell’Inps Gelera nel corso della presentazione del Rendiconto Sociale 2022, aggiungendo che ”è importante innovare in settori particolarmente produttivi, perché se la demografia lavorerà contro, dovremo far sì che le poche unità attive presenti siano particolarmente contributive”. Il commissario straordinario dell'Inps invita poi la politica a predisporre misure per facilitare l'ingresso dei giovani nel mondo del lavoro. ”L’occupazione sta crescendo in numero di posti di lavoro e di contratti a tempo indeterminato e quello che andrebbe rafforzato è la capacità di sviluppare più produttività, perché se c'è più produttività si fa più ricchezza e più contribuzione”. Il punto è ”garantire l'adeguatezza delle future pensioni”. Da Gelera anche la richiesta di un rafforzamento delle misure a vantaggio dell'occupazione femminile e della permanenza delle donne al lavoro. "il 18% a livello nazionale di differenza tra uomini e donne in termini occupazionali è un dato elevato e molto importante ed evidente anche la differenza in termini salariali".
Nuove tensioni e nuovi rischi irrompono nello scenario per l'economia italiana in questi primi giorni del nuovo anno dopo una fine del 2023 in cui ”il Pil italiano potrebbe essere andato meglio dell'atteso”, sostiene il Centro Studi di Confindustria. I rischi oggi sono ”dovuti alla forte riduzione dei transiti nel canale di Suez per gli attacchi del gruppo yemenita degli Houti”, con i prezzi di gas e petrolio che non ne hanno risentito finora ma restano alti. L'inflazione è ai minimi in Italia ma non ancora in Europa. I tassi quindi potrebbero rimanere alti ancora per alcuni mesi. La guardia insomma deve rimanere alte. Una sfida che tutte le parti sociali devono affrontare con senso di responsabilità.
”Dialogo e proposte sempre, la protesta quando serve”, afferma Luigi Sbarra, segretario generale della Cisl che ”si è mobilitata unitariamente ed anche da sola con l'obiettivo di aprire e far vivere tavoli di confronto per conquistare risultati per le persone che rappresentiamo”. E con questo approccio, il sindacato di Via Po nel 2023 ha toccato quota 4.111.556 tesserati, con un aumento complessivo di 29 mila iscritti e un incremento di 53 mila tra i lavoratori attivi. Il sindacato, sottolinea ancora Sbarra, ”non deve vendere sogni ne' limitarsi al conflitto sterile : la sua missione è negoziare, far avanzare tutele e diritti facendo i conti con la realtà, guidare e non subire il cambiamento con proposte serie, concrete e praticabili, esercitando la delega concessa da lavoratori e pensionati, assumendosi responsabilità, dimostrando affidabilità e coerenza nei comportamenti e nelle scelte, con l'obiettivo della coesione sociale, del bene comune, dell'unità del Paese”. Sbarra aggiunge: ”Difficile non vedere nella crescita delle Cisl una risposta a certi rischi populisti, ai rischi di derive demagogiche, che si esercitano anche nella pretesa di regolare con norme di legge materie che devono restare dentro il perimetro delle relazioni industriali. Vedo anche una grande risposta alla nostra storica battaglia per rafforzare la partecipazione dei lavoratori alla vita delle imprese attraverso la contrattazione, in merito alla quale abbiamo portato in Parlamento una proposta di legge popolare con quasi 400 mila adesioni di sostegno”. Quanto ai rapporti con gli altri sindacati, ”braccia aperte ad ogni apporto responsabile per sfidare il Governo e i nostri interlocutori sociali sulle priorità dell'Agenda 24: aumentare salari e pensioni, politica dei redditi, fisco e previdenza, quantità, stabilità e qualità del lavoro, Mezzogiorno e coesione sociale, sanità e scuola, investimenti e politiche industriali. Dobbiamo mettere ogni tessera dentro un mosaico coerente, verso un nuovo e moderno patto sociale. E andare avanti con chi ci sta”.
Giampiero Guadagni