Venerdì 22 novembre 2024, ore 6:12

Economia 

Contro l'inflazione nuovo Patto sociale 

Il provvedimento del Governo sul caro-bollette non è stato all'ordine del giorno del Consiglio dei ministri. Il decreto, atteso da giorni e annunciato dallo stesso premier Draghi che ha parlato di intervento corposo, è previsto per la prossima riunione. Resta forte il pressing dei partiti per una soluzione che riduca l'impatto su famiglie e imprese. E resta alta anche la guardia dei sindacati. Sottolinea il leader Cisl Sbarra: “Occorre un patto sociale anti-inflazione così come avvenne nei primi anni Novanta. Non possiamo restare a guardare l'incendio erodere reddito e risparmi di lavoratori e pensionati, competitività e sostenibilità produttiva delle imprese, decine di migliaia di posti di lavoro. Di fronte alle complesse variabili di questo stallo, dovremmo riporre i furori ideologici e aprire a una nuova politica dei redditi generata da un accordo triangolare”. Sindacato, imprese e Governo, aggiunge Sbarra, “devono ritrovarsi dalla stessa parte. Bisogna sostenere i ceti fragili e le imprese in difficoltà, rafforzare il fondo contro il caro bollette anche con un nuovo scostamento di bilancio, mettere in campo una riforma del fisco che abbatta il cuneo e abbassi la pressione dei primi scaglioni Irpef. Oltre a sostenere le fasce deboli, come datore di lavoro il Governo è chiamato a dare un segnale forte, affrontando il tema dell'adeguamento salariale ai tavoli dei settori pubblici”. Per il numero uno di Via Po “il Patto della fabbrica, siglato da Cisl, Cgil, Uil e Confindustria, va aggiornato aprendo un confronto responsabile, tenendo conto dei rincari delle materia prime che pesano in maniera evidente sia sui costi delle imprese, sia sul potere d'acquisto dei salari”. Le relazioni industriali, conclude Sbarra, ”sono un motore determinante, da valorizzare e far evolvere in senso partecipativo, estendendo e rinnovando i contratti in scadenza”.
L’importanza di questo ”senso partecipativo” è stata rimarcata anche in altre sedi. Al Cnel, in occasione di un incontro a livello europeo sullo stato di attuazione del Pnrr, il presidente Treu ha ricordato che ”la partecipazione e il coinvolgimento delle parti sociali non sono un optional ma una necessità per l’attuazione del Next generation EU. La riuscita del Pnrr richiede un elevato coinvolgimento del territorio e questo può avvenire solo attraverso chi presidia il territorio come gli enti locali e le forze sociali”. Insomma ”il successo del Pnrr passerà dai rapporti con le parti sociali”.
Intanto proseguono le audizione dinanzi alle Commissioni riunite Finanze e Lavoro della Camera nell’ambito dell'esame delle proposte di legge recanti disposizioni in materia di partecipazione dei lavoratori alla gestione dell'impresa. Martedì è stata la volta dei sindacati confederali.
Per la Cisl lo sviluppo della partecipazione dei lavoratori alle imprese necessita di un cambio di passo che le proposte di legge presentate non sono forse in grado di dare: più che una norma onnicomprensiva è utile un intervento che sostenga la contrattazione nella definizione di formule partecipative. La Cisl chiede la definizione di una normativa che permetta, anche nel nostro Paese, la costituzione, sul modello tedesco, di consigli di sorveglianza più strutturati.
Da parte sua la Uil, al fine di salvaguardare e riaffermare l’autonomia contrattuale delle parti sociali, chiede di esplicitare il rapporto che i due livelli della contrattazione devono avere, considerando che il contratto nazionale deve andare a decidere quali sono le materie delegate alla contrattazione aziendale.
Quello della partecipazione dei lavoratori alla gestione dell’impresa, afferma la Cgil, è un tema importante, la strada che porta a un sistema industriale più forte. Questa è una fase in cui rafforzare il livello di coinvolgimento, anche in ragione delle grosse sfide che si dovranno affrontare.
Giampiero Guadagni

( 15 febbraio 2022 )

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