Ad Orsini gli auguri del sindacato. Cgil Cisl e Uil hanno deciso di celebrare il Primo Maggio di quest’anno a Monfalcone, in provincia di Gorizia. Lo slogan scelto è: ”Costruiamo insieme un'Europa di pace, lavoro e giustizia sociale”. La manifestazione si svolgerà, a partire dalle ore 10, in piazza della Repubblica. Dopo gli interventi dei delegati delle tre Organizzazioni, i segretari generali Landini, Sbarra e Bombardieri concluderanno i comizi, parlando dal palco dalle 12 alle 13. Nel pomeriggio, infine, avrà luogo il tradizionale Concertone che, per la prima volta, non potrà svolgersi in Piazza San Giovanni, a causa dei lavori programmati per il Giubileo; e che, perciò, si trasferirà al Circo Massimo, dove la kermesse canora vedrà protagonisti, come sempre, cantanti di fama nazionale e internazionale e un foltissimo pubblico soprattutto di giovani.
Intanto la Cisl commenta gli ultimi dati Istat sul lavoro. ”In febbraio gli occupati, uomini e donne, sono cresciuti sia rispetto al mese precedente che rispetto a un anno fa, portando il totale degli occupati al numero più alto mai registrato”, osserva il segretario confederale Pirulli. Che aggiunge: ”A crescere sono i dipendenti stabili mentre quelli a termine si riducono ulteriormente. Il leggero aumento della disoccupazione è dovuto al fatto che più persone hanno iniziato a cercare lavoro uscendo dall'inattività. Siamo di fronte ad una crescita occupazionale che dura da tre anni, con l'incidenza dei contratti a termine che passa dal 12,8% del 2022 al 12,4% del 2023, in progressiva riduzione dal 2019, anno in cui raggiunse il picco del 13,3%. Si tratta di dati positivi che, pur andando nella giusta direzione, di certo non vanno ad intaccare in maniera significativa le principali criticità del mercato del lavoro italiano: la bassissima partecipazione al lavoro di donne e giovani e la carenza di competenze. Si tratta, con tutta evidenza, di due problemi speculari. Infatti attivare queste platee significherebbe avere maggiore disponibilità di manodopera e, dunque, non rischiare uno stop alla già bassa crescita dell'economia italiana. Ma soprattutto significherebbe migliorare la condizione reddituale delle famiglie, che in Italia sono spesso monoreddito”. Conclude Pirulli: ”Continuare ad indicare come primo problema la precarietà del lavoro, come alcuni fanno, oltre a non corrispondere ai fatti, allontana l'attenzione dai problemi reali. Occorrono pertanto politiche per far lavorare donne e giovani: incentivi mirati in sostituzione di quelli a pioggia; potenziamento dei servizi per l'impiego; completamento delle riforme scolastiche e dell'orientamento previste dal Pnrr; misure per la conciliazione/condivisione per favorire la partecipazione femminile; un rapido rinnovo dei contratti collettivi ancora aperti, per migliorare le condizioni di lavoro e di reddito ed incentivare le persone a lavorare”.
Giampiero Guadagni