Intanto il Governo mette sul piatto 900 milioni per il caro bollette con l'obiettivo di potenziare il bonus sociale per i nuclei in difficoltà mentre le piccole e medie imprese potrebbero pagare il conto di luce e gas a rate.
Ha spiegato il premier Draghi ieri a Montecitorio e a Palazzo Madama per l’informativa in vista del Consiglio europeo: ”Da giugno il Governo ha stanziato più di 4 miliardi contro il caro bollette. Per l'anno prossimo, abbiamo previsto altri 3,8 miliardi e siamo pronti a aggiungere altre risorse se l'andamento dei prezzi non dovesse stabilizzarsi. Per il primo trimestre 2022, annulliamo gli oneri generali di sistema per le utenze elettriche domestiche, per le piccole attività commerciali, per le microimprese; riduciamo al 5% l'aliquota IVA e abbattiamo gli oneri generali di sistema per il gas; e per i cittadini più poveri e in gravi condizioni di salute, c'è quasi un miliardo per rafforzare le agevolazioni".
Il tema dei prezzi energetici sarà sul tavolo del summit dei leader Ue di oggi, quando al Senato si vivranno ore calde sul fronte di una manovra che corre contro il tempo. Con qualche tensione sulle cartelle, con Forza Italia che alza il tiro pretendendo una proroga (da 150 a 180 giorni) nell’emendamento con le nuove aliquote Irpef.
Oltre a fisco e bollette, l’Esecutivo interverrà sulla scuola, con altri 200 milioni o poco meno, destinati all'organico del personale Ata, al supporto psicologico e all'adeguamento degli stipendi degli insegnanti. Un altro emendamento del governo è pensato per le città metropolitane in pre-dissesto, Napoli, Palermo, Torino, Reggio Calabria, ma anche Catania e Messina. La norma, in sintesi, prevede un contributo straordinario pluriennale dallo Stato, in cambio di impegni su fiscalità, riscossione, patrimonio e personale.
Ci sono poi le modifiche proposte dai partiti, dal superbonus alla tassa sui tavolini, dall'Ape social ai lavori usuranti: 600 i milioni a disposizione e nella loro destinazione si sta pesando anche la rappresentanza di chi avanza gli emendamenti. Anche per questo, l'iter è tutt'altro che rapido. Da ieri la commissione ha cominciato a votare gli emendamenti, l’obiettivo è chiudere l'esame domenica. In calendario la discussione della manovra in Aula al Senato inizierà martedì 21 dicembre alle 9.30: si annuncia una maratona con sedute notturne per votare la fiducia il 23. Quindi toccherà alla Camera, tra Natale e Capodanno, a un passo dall'esercizio provvisorio.
Giampiero Guadagni