Sottolineano i sindacati confederali: ”Il nostro Paese sta vivendo una delicata fase di transizione. La crisi pandemica ha arrestato in parte la sua corsa, grazie anche alla campagna vaccinale in atto, ma a preoccuparci al pari dell’espansione del virus è la ripresa economica che deve essere il faro per la massima coesione sociale, in grado di creare lavoro stabile e sicuro, a partire dai giovani, dalle donne e dal Mezzogiorno”. Nel Decreto Sostegni ”non vi è contezza e condizione per affermare che ci siano i presupposti necessari a tutto ciò, non dimenticando che tale Decreto prevede la fine del blocco generalizzato dei licenziamenti dal primo luglio e l'assenza di adeguate politiche industriali capaci di valorizzare a pieno gli investimenti e i contenuti del Pnrr”. Durante questi lunghi mesi di pandemia ”abbiamo sempre avanzato proposte e chiesto con tenacia la tutela dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori, delle pensionate e dei pensionati. Tali azioni hanno trovato forte condivisione anche nella Conferenza Episcopale Italiana. La mobilitazione avviata nelle scorse settimane, sulla grave emergenza della sicurezza nei luoghi di lavoro, proseguita con il presidio del 28 maggio davanti alla sede del Parlamento, ha prodotto risultati parziali”.
Per queste ragioni, spiegano Cgil Cisl e Uil, ”la nostra azione deve proseguire in modo articolato, su base categoriale e territoriale, con assemblee nei luoghi di lavoro, attivi unitari, incontri con i gruppi parlamentari, i partiti e con il coinvolgimento di tutte le aree sociali sensibili alle nostre istanze”. È necessario, secondo Cgil, Cisl e Uil, ”ribadire con fermezza i contenuti della piattaforma unitaria su: lavoro, occupazione, coesione, sviluppo, fisco, pensioni, non autosufficienza, rinnovo dei contratti pubblici e privati, riforma pubblica amministrazione e scuola, della cultura e del turismo. È fondamentale, inoltre, che ci sia da parte delle istituzioni la volontà di attuare un piano serio ed efficace che sia in grado di utilizzare le risorse del Pnrr al fine di creare una stabile connessione tra investimenti e occupazione, coinvolgendo in maniera significativa con una governance partecipata e preventiva le parti sociali”.
Osserva il leader della Cisl Sbarra: ”Andremo avanti fino a quando non raggiungeremo i nostri obiettivi”. E aggiunge: ”Noi stimiamo molto il Presidente Draghi con cui abbiamo siglato tre accordi importanti di concertazione nelle scorse settimane. Questo è il metodo giusto che bisogna praticare con coerenza e rispetto per il ruolo delle parti sociali, non le scelte unilaterali e sbagliate del decreto sostegni. Sia chiaro: noi non faremo sconti a nessun Governo. Come abbiamo sempre fatto nella nostra lunga storia. Per la Cisl conta solo il merito ed i risultati concreti”. Il nostro Paese e con esso il mondo del lavoro ”hanno bisogno della massima coesione sociale e condivisione per affrontare con equità, giustizia e solidarietà la difficile fase di ricostruzione economica. Vediamo una politica distratta dai sondaggi in vista delle elezioni amministrative che discute di temi astratti. Si concentrino sulle vere priorità del Paese, mettendo al centro il lavoro stabile, gli investimenti, le riforme, il Mezzogiorno, nel quadro di un vero dialogo con le parti sociali”. Conclude Sbarra: ”La proroga della moratoria sui licenziamenti per tutti i settori almeno fino al prossimo 31 ottobre è necessaria per evitare che si allunghi l’elenco dei disoccupati. Concentriamoci sulla riforma degli ammortizzatori sociali e delle politiche attive che sono il vero anello mancante in Italia, costruendo quelle nuove competenze e professionalità che il mercato del lavoro reclama, come si è visto anche in queste settimane, per far ripartire il Paese”.
Giampiero Guadagni