Il mercato europeo dell’auto continua a perdere colpi. A novembre le immatricolazioni sono calate dell’8,1%, trascinando in basso anche il risultato dei primi 11 mesi dell’anno (+ 0,6%). A questo punto è più che probabile che il 2018 faccia registrare una crescita prossima allo zero.
In questo quadro la performance italiana è in linea con quella degli altri grandi mercati continentali (- 6,3%), anche se guardando all’andamento che si è registrato da gennaio il nostro è l’unico, ad eccezione di quello britannico, sul quale pesano però le incertezze dei consumatori legate alla Brexit, a segnare una netta flessione (- 3,5%).
Tra i costruttori Fca vede allungarsi il suo momento difficile. Il gruppo guidato da Mike Manley accusa un’altra battuta d’arresto (- 9,9%) e vede la sua quota contrarsi ulteriormente, dal 6,2 al 6,1%, nonostante il nuovo exploit del marchio Jeep, le cui vendite sono cresciute del 29%.
Per quanto riguarda il mercato italiano, non è da escludere che le polemiche attorno all’introduzione di un’ecotassa che penalizza alcune categorie di veicoli non finisca per rendere più cauti i consumatori, che almeno nell’immediato potrebbero decidere di rimandare i loro acquisti.
Anche oggi il ministro dello Sviluppo Economico è tornato sulla questione garantendo che ”non ci sarà nessuna tassa sull’auto delle famiglie degli italiani né nuove né in uso. Sarà solo un ecobonus sulle auto elettriche, ibride e a metano - ha promesso - perché ci sono città ostaggio dell’inquinamento. Dobbiamo iniziare la rivoluzione della mobilità in Italia”. Ciò significa che la norma approvata alla Camera, sulla quale si è scatenato il putiferio, verrà corretta al Senato. Di Maio ha poi spiegato che ”ci sono contatti costanti tra il ministero e tutti i soggetti interessati”. Il primo di questi contatti, formalizzatosi lunedì al tavolo convocato dallo stesso Di Maio, non ha prodotto però risultati di sorta. Eccetto uno: Fca, che all’incontro era presente ma che evidentemente non ne ha tratto indicazioni incoraggianti, ha annunciato la revisione del suo piano di investimenti sulle fabbriche italiane qualora il provvedimento non venga modificato.
(Articolo integrale domani su Conquiste Tabloid)