Giovedì 21 novembre 2024, ore 10:48

Dibattito 

La pace ha bisogno di ascolto reciproco. E a Roma le tre fedi dimostrano che la via è praticabile 

Due anni di guerra in Ucraina. Il 24 febbraio 2022 il presidente russo Putin diede il via alla ”operazione speciale”, in realtà invasione di un altro Stato, che ha causato finora la morte di oltre 10 mila civili e di circa 200 mila soldati, almeno 4 milioni di sfollati e 8 milioni di profughi. Una guerra che ha sconvolto la vita di milioni di persone, portato alla mobilitazione dei riservisti e che non ha risparmiato infrastrutture, ospedali e scuole.
La conclusione del conflitto non sembra affatto vicina. Così come lontana sembra essere una soluzione per il Medio Oriente.
La Cisl, nell’odg approvato dall’Esecutivo, ribadisce ”la più assoluta condanna all'attacco terroristico perpetrato da Hamas contro il popolo israeliano il 7 ottobre. Un colpo al cuore della democrazia, che nulla ha a che fare con gli interessi dei palestinesi, ma punta invece a radicalizzare lo scontro”. Allo stesso tempo viene espressa ”allarmata preoccupazione per l'escalation del conflitto mediorientale e le conseguenze sulla popolazione civile che la reazione militare dell'amministrazione Netanyahu sta determinando nella Striscia di Gaza, e ora a Rafah, dove sono concentrati oltre un milione di rifugiati, tra cui centinaia di migliaia di donne e bambini”. Per la Cisl occorre ” un immediato cessate il fuoco che permetta di far fronte alla crisi in atto e di salvaguardare la vita di tutta la popolazione non combattente, garantendo l'accesso agli aiuti umanitari”. E ”una Conferenza internazionale per la risoluzione pacifica del conflitto tra Israele e Palestina”.
D’altra parte il dialogo di pace è favorito tutte le volte in cui c’è ascolto reciproco, come ha detto mons. Nunzio Galantino, chiudendo mercoledì sera la tavola rotonda “Il sentimento religioso come via per la promozione della Persona Umana e per la costruzione della civiltà dell’amore”. Allo stesso tavolo, nell’affollato Auditorium della parrocchia romana di San Pio X, anche Ruth Derughello, già presidente della Comunità ebraica di Roma; e l’Imam della Grande Moschea di Roma, El Refaey El Shahat Abd Rabout Rabou Issa.
Un incontro dunque davvero significativo, in questo periodo storico che, come ha sottolineato il parroco di San Pio X Mons. Andrea Celli, ” ha particolarmente bisogno di spirito di apertura, rispetto e profondità di pensiero”.
Presente anche il Prefetto Alessandro Tortorella, direttore degli Affari di culto del Ministero dell’Interno. Presenza non rituale. L’Italia infatti riconosce nelle diverse confessioni religiose una ricchezza e un valore da tutelare all’interno della Costituzione. Questo dipartimento rappresenta però un unicum nel panorama europeo. Fatto che dimostra che troppo spesso il sentimento religioso è accantonato o subordinato ad altri valori. E invece, come è stato da tutti sottolineato, appartiene ad ogni essere umano e contraddistingue tipicamente le tre grandi religioni abramitiche.
E così l’Imam della Grande Moschea di Roma ha ribadito che ”l’Islam è una religione di pace, libertà e eguaglianza, senza superiorità di genere e discriminazione razziale. Una religione di tolleranza, che significa pieno rispetto reciproco, riconoscimento dei diritti e delle libertà degli altri”. Ruth Dureghello ha posto l’accento sulla necessità di attuare la responsabilità che ci è stata affidata. Che, ha spiegato, “non è il dominio del mondo e degli altri, ma andare incontro al bisogno dell’altro, valorizzare e arricchire quello che abbiamo intorno”. Tanto più in un momento terribile come questo “in cui i fronti di conflitto si aprono nelle zone più diverse. Tutti viviamo con sofferenza la perdita di ogni vita umana: in Ucraina, in Israele, a Gaza”.
Il vero sentimento religioso ”permette lo sviluppo della persona”, ha messo in luce mons. Galantino che ha fatto riferimento a due autori: il pastore luterano Dietrich Bonhoeffer, ucciso dai nazisti nel 1945; e don Lorenzo Milani. Per Bonhoeffer “il sentimento religioso è solidarietà con le situazioni di vita più ordinarie. Il contrario dell’integralismo che si rinchiude in se stesso”. In continuità con Bonhoeffer è Don Milani, per il quale “il sentimento religioso non può essere parallelo alla vita. La fede cristiana vuole incontrare l'umanità. Questa è la fede che porta ad impegnarsi per la dignità della persona e per l’inviolabilità dei suoi diritti”.
Giampiero Guadagni

( 23 febbraio 2024 )

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