Is there life on Mars? Con questo interrogativo, David Bowie ha inondato gli ascolti di intere generazioni. Per di più, da “Life on Mars” derivano le due omonime serie televisive di culto, inglese e americana. Storia di un poliziotto che crede di tornare indietro nel tempo sulle note del brano, quando in realtà sta vivendo la catalessi indotta di un lungo viaggio spaziale verso il Pianeta Rosso. Lo stesso Bowie aveva monopolizzato l’estate del 1969, quella dello sbarco sulla Luna, con “Space Oddity”, composto dopo che il cantante aveva visto per quindici volte di seguito “2001 Odissea nello spazio”. Ovvio lo si scegliesse per interpretare “L’uomo che cadde sulla Terra”, portato magistralmente sullo schermo da Nicholas Roeg nel 1975 dal romanzo di Walter Tevis. Bowie è il gracilissimo alieno proveniente da un mondo rossastro, arido e morente da identificarsi senza errore con Marte. Uno scenario che ricalca in maniera impressionante quello ricavato dalle carte desecretate dalla CIA. A quanto pare la risposta all’interrogativo di Bowie è affermativa. Sì, lassù c’è, o meglio c’è stata vita… Un milione di anni fa. Nel corso della Guerra Fredda fu attuato il Progetto Stargate, per indagare sui fenomeni “anomali”. Ne faceva parte un gruppo di persone con doti paranormali. Una di queste fu inviata “mentalmente” su Marte, per scoprirvi una civiltà estinta o emigrata su altri pianeti, forse anche la Terra, dopo l’esaurimento di ogni risorsa nel proprio habitat di origine.Sembra il realizzarsi del coacervo di tesi complottiste, ufologiche ed esobiologiche. Intrecciate con un’oleografia più recente.