Juan Carlos De Martin insegna ingegneria informatica al Politecnico di Torino e come tutti gli scienziati che si interrogano sul senso della propria attività (assai pochi a dire il vero) osserva con preoccupazione l’avanzata delle macchine digitali nella vita quotidiana di tutti noi. A partire da questa preoccupazione ha dato alle stampe un libro intitolato: “Contro lo smartphone. Per una tecnologia più democratica”, Prefazione di Gustavo Zagrebelsky, (add editore, Torino, 2023, 199 pagg., 18,00 euro).
Per evitare equivoci è bene soffermarci subito sul titolo del libro partendo da una domanda: come può uno scienziato andare “contro” un gioiello della tecnologia qual è lo smartphone? Quel “contro” va così interpretato: lo smartphone è uno strumento complesso che presenta una tremenda contraddizione: ci permette di accedere a infiniti depositi di conoscenza (sempre che li si sappia selezionare) e allo stesso tempo ci rende sudditi sorvegliati a vista (criticità di cui non tutti sono pienamente consapevoli). Da qui il sottotitolo del libro e il suo scopo: occorre risolvere questa contraddizione introducendo nuovi elementi di democrazia nella tecnologia. Tutto ciò suggerisce che “Contro lo smartphone” non è il libro affetto da tecnofobia. Al contrario: è il libro di un amante della tecnologia su uno favoloso oggetto che ha cambiato le nostre vite e che persino nell’atto di usarlo ricorda la lampada di Aladino