Il meraviglioso è sempre bello, tutto ciò che è meraviglioso è bello, in effetti solo il meraviglioso è bello”. Così nel 1924 scriveva Andrè Breton nell’introduzione alla sua raccolta di prose “Poisson Soluble”, introduzione che poi sarebbe diventata il primo manifesto del Surrealismo, inaugurando ufficialmente la stagione di una delle avanguardie più significative del XX secolo. Con la medesima dichiarazione si apre a Milano presso il Mudec uno dei più ricchi allestimenti promossi negli ultimi anni in Italia intorno a questo movimento. Dal titolo “Dalì, Magritte, Man Ray e il surrealismo” la mostra, prodotta da 24 ORE Cultura-Gruppo 24ORE e promossa dal Comune di Milano-Cultura, presenta oltre 180 opere tra dipinti, manufatti, sculture, disegni, documenti provenienti dal Museo olandese Boijmanz Van Beuningen di Rotterdam, che avendo chiuso per sei anni le sue sale per lavori di restauro, permette di far girare per il mondo i suoi capolavori, legati ai principali esponenti del movimento, da Salvador Dalì a Max Ernst, da Renè Magritte a Man Roy, da Marchell Duchamp a Eileen Agar