Roma, 21 giu. (askanews) - "La medicina territoriale non può essere potenziata a spese degli ospedali". Lo ha detto Francesco Cognetti, Presidente della Federazione degli Oncologi, Cardiologi ed Ematologi e Coordinatore del Forum delle Società Scientifiche dei Clinici Ospedalieri e Universitari Italiani, intervenendo oggi a Roma all'evento "La Sanità che vorrei" al ministero della Salute. "Abbiamo un sistema sanitario molto fragile - ha sottolineato - e lapandemia lo ha dimostrato con le 178mila morti in eccesso registrate in Italia. Siamo al 22mo posto in Europa per quanto riguarda i posti letto, che anche nelle terapie intensive non sono abbastanza: avrebbero dovuto essere portati da 8 per 100mila abitanti a 14, ma non è successo. I soldi stanziati durante e dopo la pandemia sono stati spesi solo in minima parte per questo". E comunque, parliamo di numeri inferiori rispetto ad esempio alla Germania, con 33 posti letto ogni 100mila abitanti.
A scarseggiare non sono solo i letti, ma anche le risorse umane, ha ricordato il professore mettendo in risalto le evidenti differenze rispetto agli altri Paesi europei e ricordando che "le risorse del PNRR così come sono state suddivise non bastano. Nulla è stato stanziato per il potenziamento e l'adeguamento reale degli ospedali". Di qui le proposte: "Tenere separata la programmazione dei posti letto di degenza ordinaria degli ospedali dai cosiddetti ospedali di comunità. Aumentare il numero dei posti letto di degenza ordinaria fino a raggiungere la media europea di 300 ogni 100.000 abitanti e quelli di terapia intensiva fino a 25 ogni 100.000. Incrementare l'autonomia delle singole strutture ospedaliere, soprattutto al Sud, per ridurre la mobilità interregionale. Assegnare i posti letto sulla base dei dati di prevalenza per ogni patologia. Definire il fabbisogno di personale medico ed infermieristico in relazione alle variabili di complessità clinica e non solo in base ai posti letto".