San Donà (VE), 26 mag. (askanews) - "Lotta al cambiamento climatico", "Consumo e produzioni responsabili dell'acqua", "Energia pulita e accessibile", "Imprese, innovazione e infrastrutture". Con questi quattro importanti simposi si è aperta la quinta edizione di Terrevolute - Festival della Bonifica.
Quattro tematiche che prendono le mosse dagli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (OSS) 13, 12, 7 e 9 dell'Agenda 2030 dell'ONU, attorno alle quali si sono confrontati ieri i docenti dei principali Atenei del Paese, ingegneri e tecnici dei consorzi di bonifica, componenti del Comitato Scientifico Nazionale (CSN) del progetto Terrevolute 2022 ideato da ANBI Nazionale.
A catalizzare l'attenzione dei presenti in piazza Indipendenza a San Donà di Piave - ricordiamo che i simposi sono aperti al pubblico - è stato quello relativo al "Consumo e produzioni responsabili dell'acqua". Tematica quanto mai attuale in un contesto di mutamenti climatici in atto, che pongono sempre più l'accento su una gestione e un consumo responsabile della risorsa idrica. A dibattere confrontandosi sul tema sono stati: Clemente Santacroce (Università di Padova - Dipic), Francesco Napolitano (Università di Roma la Sapienza - Dicea), Cristina Lavagnolo (Università di Padova - Icea) e Roberto Beraldo (Ordine Architetti Venezia), Giovanna Capuzzo (Federconsumatori).
"In Italia abbiamo una buona capacità di accedere all'acqua, ne abbiamo in abbondanza. Però la controlliamo e la usiamo male, e questo ci pone in una condizione di grande 'stress idrico', ha esordito Cristina Lavagnolo, professoressa associata del dipartimento di Ingegneria Civile Edile e Ambientale dell'Università degli Studi di Padova. Il ruolo dei Consorzi è importante, perché l'agricoltura richiede moltissima acqua. Devono quindi aiutare i consorziati a prendere consapevolezza di quanto sia importante fare un buon utilizzo di tale risorsa: evitandone la dispersione o usandola solo quando è necessario e nella giusta quantità, sfruttando anche gli strumenti a disposizione per limitarne lo spreco".
Se da una parte l'irrigazione offre molteplici vantaggi agli agricoltori, tra cui il miglioramento della redditività, della resa e della qualità delle colture, dall'altra, a fronte di una necessità crescente di acqua, le quantità effettivamente disponibili per uso agricolo sono in diminuzione anche a causa dei cambiamenti climatici e di molteplici altre concause. Nello specifico, vi sono molti motivi che acuiscono la conflittualità nell'utilizzo razionale dell'acqua in agricoltura: tra questi la crescente richiesta idrica per le produzioni agroalimentari, il maggiore inquinamento delle acque, l'insufficiente capacità attuale di trattenere l'acqua in eccesso per conservarla per la stagione irrigua (invasi e bacini di raccolta da incrementare), l'ancora scarso utilizzo di acque reflue depurate in agricoltura, lo strutturarsi dei cambiamenti climatici.
"In questo momento l'aspetto da vincere è quello di mentalità - sottolinea Lavagnolo - perché chi è abituato a usare determinati sistemi non è portato ad abbandonarli. Ma anche la questione economica non è di poco conto, in quanto l'adeguamento costa".