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Whirlpool, il giorno della verità 

Giornata decisiva quella di domani per l’atteso confronto convocato al ministero dello Sviluppo Economico. Si deciderà sul futuro della Whirlpool, vertenza calda sia per i lavoratori che per i sindacati decisi a non mollare e a proclamare lo sciopero per il 5 novembre se la multinazionale non dovesse recedere dall’abbandonare il sito di via Argine, nel napoletano, il 31 ottobre, stralciando l’accordo con il governo, siglato il 25 ottobre 2018, che destinava 17 milioni di euro all'attività produttiva dello stabilimento napoletano. Situazione incandescente in un territorio già provato dalla crisi pandemica e che rischia la desertificazione. "E' inaccettabile quello che sta avvenendo - interviene la leader Cisl, Annamaria Furlan - se non si interviene subito, dal 31 ottobre, la fabbrica verrà chiusa e centinaia di persone e di famiglie saranno private del diritto al lavoro, l’azienda sta mostrando un cinismo senza pari".
"Pronti alla proclamazione dello sciopero generale per il prossimo 5 novembre, nel rispetto delle modalità previste dalle attuali norme di sicurezza anti-Covid, estendendo a tutte le altre categorie produttive, nell'area metropolitana di Napoli, lo sciopero già indetto dalle organizzazioni sindacali dei metalmeccanici per il rinnovo del contratto" hanno tuonato i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil di Napoli nella conferenza stampa di martedì scorso. Una decisione che sarà vagliata, per le modalità e le altre iniziative da decidere, nell’attivo dei quadri e delegati convocato per il prossimo 27 ottobre. Nel frattempo i sindacati di categoria, in concomitanza con il vertice convocato a Roma al Ministero, hanno indetto per oggi una giornata di sciopero in tutti gli stabilimenti. "Il sito di via Argine rappresenta un baluardo della legalità e lo difenderemo fino all’ultima goccia di sudore. Sono incomprensibili i balletti che fin ora si sono consumati durante gli incontri - afferma Biagio Trapani, segretario generale Fim Cisl Napoli. "Ci aspettiamo un forte intervento da parte del Governo. Deve essere ben chiaro a tutti che le multinazionali non hanno solo una responsabilità produttiva nelle nostre terre, ma hanno anche una responsabilità sociale. E’ per questo che ci auguriamo si vedano soluzioni, anche perché la data del 31 ottobre è alle porte e stracciare in questo modo un accordo ministeriale potrebbe creare un precedente molto pericoloso per l’intero Paese". Un faccia a faccia il cui esito riguarda non solo i circa 350 lavoratori dello stabilimento ma anche quelli dell'indotto, soprattutto del casertano e dell’Irpinia che aspettano da mesi il rispetto di un accordo siglato ai massimi livelli istituzionali.
"Questa vertenza è la punta dell’iceberg. Ha un valore generale per garantire la tenuta dell’occupazione e il futuro produttivo dell’intera area metropolitana. Dobbiamo difendere le presenze industriali e attirare nuovi investimenti. Abbiamo bisogno di sbloccare le risorse del Recovery Fund e che Comune, Città metropolitana e Regione investano su questo territorio con progetti concreti per dare nuova occupazione" - afferma Gianpiero Tipaldi, segretario generale Cisl di Napoli il quale insieme ai colleghi di Cgil e Uil ha presentato la piattaforma che, partendo proprio da Whirlpool, abbraccia tutto l’apparato produttivo: sanità, trasporti e altre tematiche. "La pandemia ha evidenziato la fragilità e la debolezza del nostro modello di sviluppo in particolare nella città e nel Mezzogiorno, dove è parsa evidente la crisi drammatica del settore terziario, turistico, commerciale cresciuto senza strategie. Il complesso di tali situazioni ha creato una grave emergenza sociale". Ecco perché - chiosa Tipaldi - la vertenza Whirpool ha un valore generale per garantire la tenuta dell’occupazione e il futuro produttivo dell’intera area metropolitana" .

( 21 ottobre 2020 )

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