Ennesima tragedia del lavoro. Stavolta a Casteldaccia, in provincia di Palermo. Cinque operai sono morti mentre erano al lavoro nel sistema fognario sotto a una cantina vitivinicola. La morte, secondo le prime informazioni, sarebbe stata provocata da esalazioni tossiche. Un sesto operaio è stato ricoverato d'urgenza al Policlinico di Palermo. I sei erano al lavoro per conto di Amap, società partecipata del Comune di Palermo che gestisce le condotte idriche anche in provincia.
La tragedia si è verificata lungo la Statale 113, presso un impianto di sollevamento di acque reflue dell'Amap.
Gli operai sono stati colti da malore mentre effettuavano alcuni lavori di manutenzione all'interno della vasca di depurazione di acque reflue. Sette complessivamente i lavoratori che erano all'opera, uno è rimasto illeso.
Sul posto sono intervenute due squadre di vigili del fuoco dai distaccamenti di Brancaccio e Termini Imerese, con il supporto della squadra Saf (speleo alpino fluviale), dei sommozzatori e del Nucleo Nbcr (Nucleare batteriologico, chimico e radiologico). I vigili del fuoco sono riusciti a recuperare i sette operai: cinque, però, erano morti. Sul posto sono presenti inoltre i tecnici dello Spresal per le indagini di competenza e la polizia.
Il segretario generale del Cisl, Luigi Sbarra, ha scritto: “Una nuova strage nel palermitano, un altro incidente con 5 vittime che grida giustizia e lascia sgomenti. Basta parlare di fatalità. Non è sufficiente il cordoglio o la pietà. Dietro i caduti ci sono responsabilità da accertare ed omissioni da verificare. La magistratura deve fare al più presto luce. La Cisl proseguirà la sua mobilitazione sui territori e nelle aziende fino a che non ci sarà un cambiamento vero in tutti i luoghi di lavoro, con una strategia nazionale che fermi questa intollerabile scia di sangue. Di lavoro si deve vivere non morire”.
La tragedia di Casteldaccia, scrivono in una nota congiunta i segretari di Cgil, Cisl e Uil siciliane Mannino, Cappuccio e Lionti, ”risponde a uno schema che si è ripetuto troppo spesso in questi mesi. Sarà la magistratura a fare luce sulle cause, ma dovrà essere anche chiarito se le norme sulla sicurezza sono state rispettate e le conseguenti responsabilità delle ditte e del committente”. In Sicilia, sottolineano i sindacati, “cresce il numero dei morti sul lavoro “ma non quello del personale degli ispettorati del lavoro. Carenze di organico profonde che denunciamo inutilmente da tempo”.