C’è da affrontare il problema della ripresa dei contagi, ingigantito dalla mancanza di interventi risolutivi sui problemi che il ritorno in classe degli alunni porta con sé (a partire dal sovraffollamento dei mezzi pubblici). I sindacati chiedono invano da mesi un confronto strutturale del governo con chi rappresenta i lavoratori del settore e ha il polso della situazione. Ma il confronto non decolla. Restano così irrisolte, come sottolineano Cisl e Cisl Scuola, tutte le criticità evidenziate da settimane. Si è continuato a discutere ”in maniera astratta solo di date, ma poco o nulla si è fatto di concreto per favorire un ritorno alle attività scolastiche in condizioni di sicurezza”. Ormai è abbastanza chiaro, secondo il sindacato, ” che su una delle questioni di maggiore impatto, quella del sovraffollamento dei mezzi di trasporto, non si sono individuati rimedi concreti e gli effetti verranno scaricati in pieno sulle scuole, costrette ad organizzare turnazioni che sono complicate da gestire (con la quota al 75% sarebbe stato difficilissimo organizzare i turni) e che comportano disagi di non poco conto per gli alunni pendolari”. Se è ”sbagliato in generale” lasciare le scuole da sole, evidenzia la Cisl Scuola, in un’emergenza di questa portata, ”lo è in modo particolare per quegli aspetti di natura sanitaria su cui occorrono strumenti urgenti e competenze specifiche”. Metà delle scuole, quelle dell’infanzia e del primo ciclo, stanno quasi ovunque funzionando in presenza da settembre. Eppure non è stato ancora creato, in ogni scuola, un adeguato supporto per quanto riguarda l’individuazione ed il trattamento di eventuali casi di contagio. I sindacati chiedono che, in ogni istituto, sia assicurata la presenza di personale sanitario che possa intervenire con tempestività e competenza. Ed anche per la vaccinazione di tutto il personale scolastico, sottolinea Cisl Scuola, ” va individuata una corsia preferenziale e ci sono tutte le ragioni per farlo subito, come sta accadendo già per il personale sanitario”. Questi sono i nodi da affrontare ”in via prioritaria, attraverso un confronto con il Governo cui spetta la responsabilità delle scelte e delle decisioni concrete ed immediate”.
Per ora, tuttavia, al confronto sono stati preferiti le discussioni teoriche, le polemiche e i conflitti infiniti tra Stato e Regioni.