Un piano nazionale straordinario "per smaltire le liste di attesa provocate dal Covid". Lo ha annunciato Il ministro della Salute, Roberto Speranza nel corso del webinar, organizzato ieri dalla Cisl a Roma, "Per un nuovo rinascimento. Un rinnovato modello sanitario pubblico". "Il Covid ha innescato uno stato di crisi non solo sanitaria - ha puntualizzato di rimando Maurizio Petriccioli, segretario generale Fp Cisl, aprendo la web conference - è stata prospettata una caduta del Pil, nel 2020, dell'8% associata ad un aumento degli inattivi, e a 3 milioni e mezzo di lavoratori in cassa integrazione".
"Il coronavirus è stata una priorità - riprende il ministro - non poteva non esserlo, ma tutte le altre patologie non si sono fermate. Siamo in contatto costante con le Regioni - ha sottolineato Speranza - per recuperare le liste di attesa nel più breve tempo possibile. Si deve aprire una stagione diversa per il Ssn con due scelte fondamentali: le risorse e le riforme che non sono scindibili". Il ministro ha poi aggiunto che "il nostro sistema sanitario nell'emergenza ha dimostrato le sua forza e capacità di reazione, credo che sia davvero - ha concluso - un asset strategico del Paese".
"E’ stato messo in crisi il modello sui cui per decenni abbiamo fondato la stabilità economica e sociale del mondo occidentale - riprende Petriccioli. Si deve ripensare il modello di risposta all'emergenza, il Servizio sanitario nazionale è stato letteralmente travolto. C'è un grande lavoro da portare avanti, prima di tutto culturale, si deve ripensare ad una rete di servizi, abbiamo bisogno di una sanità "diffusa"; si deve ripensare il collegamento tra medicina territoriale, prevenzione, medici di famiglia, sistema ospedaliero".
E proprio sul tema dell’assistenza ai più fragili è intervenuto il segretario generale Fnp, Piero Ragazzini. "Non bisogna sprecare questa occasione storica che viene dall’Europa: serve un patto tra governo e parti sociali per fare delle riforme che diano valore a persone e lavoro. Le fragilità del sistema non devono mettere a repentaglio la vita di tutti. E’ necessario che in futuro gli anziani siano protetti da ogni pericolo. Le Rsa - prosegue il leader Fnp - hanno dimostrato di essere impreparate ad affrontare l’emergenza, vanno ripensate del tutto insieme alle case di riposo. La fragilità - ha sottolineato Ragazzini - è un valore da difendere".
" Nell’emergenza il settore socio sanitario assistenziale, a pieno titolo tra i servizi pubblici essenziali, ha fortemente contribuito alla tenuta del Ssn, garantendo in quota parte, con circa un milione di addetti , il welfare italiano e la tenuta economica e sociale del nostro Paese - ha rilanciato il segretario generale Fisascat, Davide Guarini. Per il sindacalista "bisogna scongiurare il rischio di una riduzione dei servizi erogati e puntare invece a riconversione e potenziamento".
"Il tema sanità è tema di civiltà: quando viene sottovalutato inevitabilmente la democrazia vera, quella reale, viene compromessa: quando un cittadino non può esercitare il diritto alla salute è ovvio che vive la sua cittadinanza in modo molto limitato"- ha chiosato la leader della Cisl, Annamaria Furlan.
"E' quasi miracoloso - ha osservato Furlan - come il personale sanitario abbia reagito. Ma una volta ringraziato il primo modo per riconoscere il loro lavoro è creare una situazione sanitaria per cui non occorrono eroi che rischiano la vita ma un sistema in grado di reggere l’imprevedibile".
"Dobbiamo pretendere un cambiamento molto forte, a prescindere se in autunno il virus tornerà oppure no". Furlan ha fatto notare come "non abbiamo un sistema sanitario uguale in tutto il Paese: dipende da dove si nasce. Il cambiamento deve essere profondo e deve garantire la stessa qualità della cura".
"Il dibattito su "Mes sì o no è un insulto a chi è stato male e peggio, a chi non è più tra noi. Non posso accettare - ha aggiunto Furlan - che dopo quello che abbiamo vissuto, per questioni interne alla politica, non si utilizzino i 37 miliardi. Sono più o meno quelli tagliati alla sanità negli ultimi 15 anni. Il tema non può essere: li prendo o non li prendo, li utilizzo o non li utilizzo. Lo scontro vero dovrebbe essere sulle idee migliori per utilizzarli subito al meglio.
I conti della sanità - ha concluso Furlan - non possono essere messi a posto, come negli ultimi 20 anni circa, tagliando i posti letto, le terapie intensive, la sanità nel territorio, i posti di lavoro di medici, infermieri e personale sanitario.