Venerdì 22 novembre 2024, ore 5:39

Attualità 

Sanità, il sistema ha tenuto: ora ci vuole il cambiamento  

di Cecilia Augella

Un piano nazionale straordinario "per smaltire le liste di attesa provocate dal Covid". Lo ha annunciato Il ministro della Salute, Roberto Speranza nel corso del webinar, organizzato ieri dalla Cisl a Roma, "Per un nuovo rinascimento. Un rinnovato modello sanitario pubblico". "Il Covid ha innescato uno stato di crisi non solo sanitaria - ha puntualizzato di rimando Maurizio Petriccioli, segretario generale Fp Cisl, aprendo la web conference - è stata prospettata una caduta del Pil, nel 2020, dell'8% associata ad un aumento degli inattivi, e a 3 milioni e mezzo di lavoratori in cassa integrazione".
"Il coronavirus è stata una priorità - riprende il ministro - non poteva non esserlo, ma tutte le altre patologie non si sono fermate. Siamo in contatto costante con le Regioni - ha sottolineato Speranza - per recuperare le liste di attesa nel più breve tempo possibile. Si deve aprire una stagione diversa per il Ssn con due scelte fondamentali: le risorse e le riforme che non sono scindibili". Il ministro ha poi aggiunto che "il nostro sistema sanitario nell'emergenza ha dimostrato le sua forza e capacità di reazione, credo che sia davvero - ha concluso - un asset strategico del Paese".
"E’ stato messo in crisi il modello sui cui per decenni abbiamo fondato la stabilità economica e sociale del mondo occidentale - riprende Petriccioli. Si deve ripensare il modello di risposta all'emergenza, il Servizio sanitario nazionale è stato letteralmente travolto. C'è un grande lavoro da portare avanti, prima di tutto culturale, si deve ripensare ad una rete di servizi, abbiamo bisogno di una sanità "diffusa"; si deve ripensare il collegamento tra medicina territoriale, prevenzione, medici di famiglia, sistema ospedaliero".
E proprio sul tema dell’assistenza ai più fragili è intervenuto il segretario generale Fnp, Piero Ragazzini. "Non bisogna sprecare questa occasione storica che viene dall’Europa: serve un patto tra governo e parti sociali per fare delle riforme che diano valore a persone e lavoro. Le fragilità del sistema non devono mettere a repentaglio la vita di tutti. E’ necessario che in futuro gli anziani siano protetti da ogni pericolo. Le Rsa - prosegue il leader Fnp - hanno dimostrato di essere impreparate ad affrontare l’emergenza, vanno ripensate del tutto insieme alle case di riposo. La fragilità - ha sottolineato Ragazzini - è un valore da difendere".
" Nell’emergenza il settore socio sanitario assistenziale, a pieno titolo tra i servizi pubblici essenziali, ha fortemente contribuito alla tenuta del Ssn, garantendo in quota parte, con circa un milione di addetti , il welfare italiano e la tenuta economica e sociale del nostro Paese - ha rilanciato il segretario generale Fisascat, Davide Guarini. Per il sindacalista "bisogna scongiurare il rischio di una riduzione dei servizi erogati e puntare invece a riconversione e potenziamento".
"Il tema sanità è tema di civiltà: quando viene sottovalutato inevitabilmente la democrazia vera, quella reale, viene compromessa: quando un cittadino non può esercitare il diritto alla salute è ovvio che vive la sua cittadinanza in modo molto limitato"- ha chiosato la leader della Cisl, Annamaria Furlan.
"E' quasi miracoloso - ha osservato Furlan - come il personale sanitario abbia reagito. Ma una volta ringraziato il primo modo per riconoscere il loro lavoro è creare una situazione sanitaria per cui non occorrono eroi che rischiano la vita ma un sistema in grado di reggere l’imprevedibile".
"Dobbiamo pretendere un cambiamento molto forte, a prescindere se in autunno il virus tornerà oppure no". Furlan ha fatto notare come "non abbiamo un sistema sanitario uguale in tutto il Paese: dipende da dove si nasce. Il cambiamento deve essere profondo e deve garantire la stessa qualità della cura".
"Il dibattito su "Mes sì o no è un insulto a chi è stato male e peggio, a chi non è più tra noi. Non posso accettare - ha aggiunto Furlan - che dopo quello che abbiamo vissuto, per questioni interne alla politica, non si utilizzino i 37 miliardi. Sono più o meno quelli tagliati alla sanità negli ultimi 15 anni. Il tema non può essere: li prendo o non li prendo, li utilizzo o non li utilizzo. Lo scontro vero dovrebbe essere sulle idee migliori per utilizzarli subito al meglio.
I conti della sanità - ha concluso Furlan - non possono essere messi a posto, come negli ultimi 20 anni circa, tagliando i posti letto, le terapie intensive, la sanità nel territorio, i posti di lavoro di medici, infermieri e personale sanitario.

( 21 luglio 2020 )

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