Più investimenti per il Ssn, incluse infrastrutture e tecnologie, ma anche un aumento del budget destinato alle assunzioni del personale, per cercare di fronteggiare gli allarmi che si susseguono da tempo sul fabbisogno di medici e infermieri. E novità in tema di Livelli essenziali di assistenza, nuovi criteri per mettere fine ai commissariamenti oltre che un piano di riordino di Aifa, Iss e Agenas. Sono solo alcuni dei punti del nuovo Patto per la salute, approvato ieri dalla Conferenza Stato-Regioni. Oggi, inoltre, è stato varato presso l'Aran il contratto nazionale dell'area Sanità. Dopo la firma dell'ipotesi contrattuale del 24 luglio è stato definitivamente firmato il contratto che riguarda circa 130mila dirigenti medici, veterinari, sanitari e delle professioni sanitarie.
Un passo importante per poter ristabilire il rispetto del diritto alla salute e alle cure dei cittadini su tutto il territorio nazionale dopo anni di tagli al Servizio sanitario nazionale. Così Cgil, Cisl e Uil a seguito della firma sul Patto per la Salute avvenuta tra Governo e Conferenza delle Regioni, che tuttavia, affermano i sindacati "ha recepito solo in parte le priorità da noi indicate. In particolare - sottolineano i sindacati - la parte riferita al personale non raccoglie le precise richieste da noi avanzate, sia sulle assunzioni che sul rafforzamento delle relazioni sindacali partecipative, per evitare inaccettabili invasioni di campo sulla materia contrattuale. Aspetto che dovrà essere recuperato prima di dare attuazione all’intesa sul territorio. È certamente importante - proseguono - il finanziamento pluriennale, inserito nella legge di Bilancio, ma il Fabbisogno sanitario nazionale resta sottodimensionato e deve essere assolutamente adeguato. Positiva l’abolizione del superticket così come auspicato nella piattaforma sindacale unitaria". Per le tre Confederazioni "ora bisogna passare dalle parole ai fatti e aprire un "Cantiere di attuazione del Patto", per questo proponiamo alcuni temi da affrontare in specifici tavoli aperti anche alla partecipazione dei sindacati, a partire da quelli inerenti il personale. Gli altri temi prioritari del confronto riguardano: il rispetto dei Lea; lo sviluppo delle reti socio-sanitarie integrate territoriali; la legge sulla non autosufficienza; la prevenzione e promozione della salute. Altri argomenti di confronto: il piano di investimenti per l’edilizia, l’ammodernamento tecnologico e l’HTA per la valutazione delle prestazioni sanitarie; la ricerca; la partecipazione dei cittadini. Per attuare il Patto, sia a livello nazionale, sia a livello territoriale, occorre definire subito, con Governo e Regioni, appositi luoghi e modalità di confronto permanente e di partecipazione democratica, in cui accanto al ruolo delle Istituzioni - concludono - si possa esprimere la responsabilità dei cittadini e delle forze sociali di rappresentanza". "E' impensabile utilizzare i medici specializzandi al terzo anno nelle corsie, senza che abbiano completato la loro formazione - interviene la leader Cisl, Annamaria Furlan. Cosi come è impensabile tenere in corsia i medici settantenni: non è così - conclude - che si garantisce il diritto universale alla salute in Italia".
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