Per meglio comprendere il contesto è utile ricordare anche gli effetti differenziati della crescita dei prezzi al consumo: nel 2021 l'indice armonizzato Ipca è stato infatti pari +2,4% per le famiglie con minore capacità di spesa e a +1,6% per quelle più abbienti. L'intensità della povertà assoluta, cioè la distanza media della spesa per consumi delle famiglie povere dalla soglia di povertà, rimane anch'essa sostanzialmente stabile rispetto allo scorso anno (18,7%), con l'unica eccezione del Centro dove raggiunge il 17,3% dal 16,1% del 2020. Nel 2021 si contano oltre 108 mila famiglie in meno in condizioni di povertà assoluta al Nord (da 7,6% del 2020 a 6,7%), dinamica confermata anche a livello individuale (-301 mila persone, da 9,3% a 8,2%). Andamento opposto si registra nel Mezzogiorno dove la povertà assoluta cresce e riguarda il 10,0% delle famiglie (da 9,4%) e il 12,1% degli individui (da 11,1%, +196 mila). Nel Centro, infine, l'incidenza di povertà rimane stabile tra le famiglie (da 5,4% a 5,6%), ma aumenta tra gli individui (da 6,6% a 7,3%, +75 mila rispetto al 2020).
Il totale dei minori in povertà assoluta nel 2021 è pari a 1 milione e 384 mila: l'incidenza si conferma elevata, al 14,2%, stabile rispetto al 2020 ma maggiore di quasi tre punti percentuali rispetto al 2019, quando era pari all'11,4%. Le incidenze di povertà sono stabili anche tra i giovani di 18-34 anni (11,1%) e tra gli over65 (5,3%).
Le variazioni per singoli capitoli di spesa risultano molto differenziate. Sono in forte ripresa soprattutto i capitoli che nel 2020 avevano registrato una riduzione più accentuata a seguito delle restrizioni imposte per contrastare la pandemia e delle limitazioni alla socialità e agli spostamenti, come Abbigliamento e calzature, Trasporti, Ricreazione, Spettacoli e cultura e Servizi ricettivi e di ristorazione. Complessivamente, la spesa media mensile per questi quattro capitoli è pari a 541 euro (+13,1% rispetto al 2020), ancora lontana, però, dai 660 euro mensili del 2019.
Sottolinea il leader Cisl Sbarra: ”Il primo effetto delle crisi, di una pandemia, di una guerra è sempre lo stesso: aumentano le disuguaglianze, la povertà, la disoccupazione. Tra le persone sotto la soglia dell'incapienza ci sono 4 milioni di lavoratori poveri”.
Giampiero Guadagni