Il giorno dopo l’audizione parlamentare, nella quale ha detto di voler rivedere in toto il sistema delle concessioni, il ministro delle Infrastrutture Toninelli torna sulla tragedia di Genova per dire che ”Autostrade deve mettere i soldi per li ”immani danni morali e civili”, ma ”non può ricostruire”. Secondo il titolare del Mit ”affidare la ricostruzione a Fincantieri - che ha dato la sua disponibilità tecnica - e Cassa Depositi e Prestiti è una strada ”ma la decisione spetta al Governo che è compatto sul non permettere più a privati di speculare utilizzando risorse pubbliche”.
Nella gestione dell'emergenza si apre un duro scontro istituzionale sulla ricostruzione, con i due ministri che vogliono Fincantieri; mentre il governatore ligure di Forza Italia e commissario per l’emergenza Giovanni Toti tiene in pista Autostrade invocando l'osservanza delle regole.
Ieri è stato nominato il pool di esperti che affiancherà la struttura commissariale presieduta appunto da Toti e incaricata di realizzare i primi interventi urgenti.
Sul merito del procedimento di monitoraggio dello stato di conservazione e manutenzione di strade, autostrade, dighe, promosso dal governo, la Cisl concorda ma con il segretario confederale Cuccello pone due domande al ministro Toninelli: ”Poco tempo a disposizione degli enti stessi e con quale personale? I lavori eventualmente da effettuare, con quali risorse verrebbero realizzati?”. Aggiunge Cuccello: ”Chi ricostruirà il Ponte Morandi, quale è l’intendimento del Governo sulla costruzione della Gronda, per la Cisl, prioritaria e non più rinviabile”. Oltretutto ”per Genova è urgente varare un decreto legge che indìca lo stato di emergenza e che dia il via a misure di carattere fiscale, economico e sociale per i lavoratori e le imprese colpite da questo disastro. In particolare chiediamo,così come avvenuto nelle zone del centro Italia colpite dal sisma del 2016, l’istituzione della busta paga pesante, la sospensione dei mutui, delle utenze, nonché le misure di sostegno al reddito”.
Per la Cgil Liguria ”è corretto, come sostiene il Governo, ragionare sul sistema delle concessioni”. Per la Uil, invece, ”si parla di nazionalizzazioni troppo spesso a sproposito, come scelta difensiva rispetto ai fallimenti della nostra politica industriale. Bisogna invece puntare a politiche industriali e a un ruolo dello Stato come regolatore di queste scelte”.
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