Per il segretario generale della Cisl Sbarra l’invio alla Camera ”è un’ottima notizia. Un risultato che premia mesi d’impegno e mobilitazione, e che dà giusto riconoscimento alle adesioni raccolte sui territori e nei luoghi di lavoro”. Ora l’auspicio è che si arrivi in tempi brevi alla calendarizzazione e all’esame del provvedimento, tenendo anche conto di analoghe proposte presentate da alcune forze politiche, verso un’approvazione ampia e possibilmente bipartisan. Sottolinea ancora il numero uno di Via Po: ”La partecipazione è un obiettivo strategico per un Paese che ha bisogno di far evolvere libere e autonome relazioni industriali e contrattuali in modo da coniugare solidarietà, produttività, qualità e stabilità del lavoro, resilienza del sistema produttivo e delle comunità lavorative. Un traguardo indicato più di 70 anni fa dai Padri Costituenti attraverso l’Articolo 46 della nostra Carta fondamentale, a cui oggi vogliamo dare piena attuazione. Siamo orgogliosi di questo primo risultato, continueremo ad offrire ogni utile contributo e ad incalzare i nostri interlocutori istituzionali e politici per dare finalmente all’Italia una legge che sostenga e valorizzi la contrattazione collettiva per rafforzare il ruolo delle persone e del lavoro nelle dinamiche di sviluppo, decisione e gestione delle aziende”.
Il tema è condiviso dal Governo, che lo annovera tra le alternative al salario minimo. La prossima settimana le commissioni riceveranno anche una proposta di maggioranza a firma Foti, Barelli e Lupi, che ricalca quella della Cisl. L'esame riguarda anche altri testi preesistenti e, dopo un ciclo di audizioni, l'obiettivo è fare una sintesi per arrivare con un testo unico in Aula a febbraio.
Intanto la maggioranza parlamentare saluta con grande soddisfazione gli ultimi dati Istat che registrano una disoccupazione in calo e nuovi record per il mercato del lavoro italiano.
Per la segretaria generale aggiunta della Cisl Daniela Fumarola si tratta di ”dati inaspettatamente positivi che continuiamo a registrare oramai da mesi e mesi, nonostante la difficile situazione internazionale e le politiche anti-inflazionistiche. Dati dovuti ad una serie di fattori concomitanti: la dinamicità delle aziende energivore, che si stanno avvantaggiando del calo dei prezzi dell'energia; l’'effetto del bonus 110 che ancora porta molto lavoro in edilizia; il turismo che ha beneficiato del clima mite fino ad autunno inoltrato; e soprattutto gli investimenti del Pnrr, che senz'altro hanno portato assunzioni nel pubblico e nel privato, con un impatto occupazionale che era proprio uno degli obiettivi”. A tutto ciò, prosegue Fumarola, si aggiunge ”l'effetto del taglio del cuneo contributivo che ha dato respiro ai redditi delle famiglie consentendo un aumento dei consumi. Per far sì che questa crescita dell'occupazione prosegua ed anzi migliori, occorre avere consapevolezza che alcuni di questi fattori si esauriranno, così come occorre non nascondere i problemi strutturali che si celano dietro questi numeri per ora positivi: tassi di occupazione ben al di sotto della media Ue, sia per gli uomini che soprattutto per le donne, nonostante la crescita dell'ultimo mese riguardi esclusivamente la componente femminile ed un elevato tasso di povertà delle famiglie, aggravato dall'inflazione che è venuta ad erodere retribuzioni già basse, come è noto”. Pertanto, conclude Fumarola, ”è necessario porsi obiettivi ambiziosi come Paese, su sviluppo, investimenti, attuazione del Pnrr, politiche attive e formazione, riforma fiscale, sanità e scuola, politiche industriali, obiettivi da perseguire con un dialogo costruttivo tra Governo e parti sociali per sostenere una maggiore crescita del Pil con cui poter sostenere gli investimenti in politiche sociali e sanitarie”.
Giampiero Guadagni